Le bollicine trascinano i consumi di vino nel mondo, protagoniste di un vero e proprio boom nell’ultima decade, ma nei rimi anni 2000 la vera sorpresa si chiamava rosato. Oggi, nel mondo, se ne producono in media 24 milioni di ettolitri l’anno (dati Oiv 2014), per una quota del 9% della produzione complessiva, con la Francia al top sia per produzione (7,6 milioni di ettolitri) che per consumi (8,1 milioni di ettolitri), seguita da Spagna, Usa e Italia, che produce solo 2,5 milioni di ettolitri di rosato ogni anno e ne consuma 1,3.
Insomma, se ne parla forse troppo poco, ma il rosato ha una sua rilevanza ed un suo peso, ecco perché l’Unione degli Enologi Francesi gli dedica ogni anno un concorso, “Le Mondial du Rosé” (www.mondial-du-rose.com) che, nell’edizione 2016, ha premiato 376 etichette da tutto il mondo, 67 con la medaglia d’oro e 309 con la medaglia d’argento.
Al top, anche sette rosati del Belpaese: il Cirò Doc 2015 Zito Imerio, il Cerasuolo d’Abruzzo Doc 2015 Gianni Masciarelli, il Conegliano Valdobbidene Doc Gabry Rosé La Tordera, il Valtenesi Chiaretto Doc 2015 Sant’Emiliano Pratello, l’Igt Terre di Chieti 2015 Mallorio Orsogna, il Bardolino Doc Chiaretto Brut Fratelli Zeni ed il Puglia Igt Rosé Frizzante Bombino Nero Torrevento. A guidare la classifica dei Paesi più premiati, ovviamente, è la Francia, che mette insieme la bellezza di 49 medaglie d’oro, seguita dalla Spagna con 8 e dall’Italia, come detto, a quota 7.
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