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Unito nelle diversità, sotto il brand Sicilia, il vino dell’Isola cresce in qualità e nell’export, ed è il motore di un turismo sempre più importante che valorizza territori e cantine. Così produttori e istituzioni da “Sicilia en Primeur” 2016

Italia
Il vino di Sicilia motore della crescita economica e del turismo in sinergia con storia, cultura e paesaggi

La forza di una qualità crescente che esprime una varietà di vini e territori straordinaria, capace però di presentarsi sempre di più sotto un brand unico, e sempre più in sinergia con le bellezze artistiche, storiche e paesaggistica di cui l’Isola è ricchissima, con un turismo che si sviluppa sempre di più con il contributo fondamentale del vino e delle cantine, e attraverso i linguaggi moderni del web: ecco la Sicilia che emerge da “Sicilia en Primeur” 2016, edizione n. 13 della manifestazione ideata da Assovini Sicilia (www.assovinisicilia.it) che, con la sua formula di tour nei territori e degustazioni, “offre alla stampa di tutto il mondo l’opportunità di conoscere la nostra straordinaria Regione e la sua grande varietà di ambienti, terroir, vitigni, che la rendono un vero “continente vitivinicolo”” spiega Francesco Ferreri, presidente dell’organizzazione che mette insieme 79 realtà grandi e piccole, giovani e storiche, che rappresentano oltre l’85% del vino imbottigliato sull’Isola, e un fatturato di oltre 300 milioni di euro. Che prende sempre di più la via dell’export, come testimonia la presenza di giornalisti e operatori da Austria, Belgio, Brasile, Canada, Cina, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Inghilterra, Korea, Lituania, Norvegia, Olanda, Polonia, Russia, Svezia, Svizzera, Usa, oltre che dell’Italia, e come testimoniano soprattutto i numeri, che parlano di un 60% della produzione imbottigliata in Sicilia che varca i confini del Belpaese. Con una varietà di vini che è espressione di ben 20 Denominazioni di Origine siciliane, e più di 30 vitigni diversi, dei quali 17 autoctoni.
Una diversità che, però, ha scelto di raccontarsi il più possibile unita sotto il grande cappello della Doc Sicilia, per unirsi sotto il brand più forte e conosciuto a disposizione dei produttori, senza rinunciare alle peculiarità delle tante espressioni enoiche dell’Isola, come spiega il presidente del consorzio Doc Sicilia, Antonio Rallo (http://goo.gl/PAv7Qf), secondo cui mentre cresce la Doc regionale, crescono anche quelle territoriali: “in un periodo in cui in Sicilia la superficie vitata scende quasi a lambire i 100.000 ettari - spiega Rallo - cresce la quota di vino imbottigliato. A trainare la crescita la Doc Sicilia, che nel 2015 ha superato 24 milioni di bottiglie confermandosi come la prima Doc in Sicilia con il 62,3% del totale delle Do siciliane. Ma è interessante notare che, insieme alla Doc Sicilia, seppur in modo più limitato crescono anche la Igt Terre Siciliane con un incremento del 5,8% sul 2014, e le Do territoriali, a +14,3%”.
Nello specifico, nel 2015 la Sicilia ha imbottigliato 290.427 ettolitri di vino a Denominazione, di cui 180.982 a Doc Sicilia, e 109.444 di altre Denominazioni (nel 2014 il totale era stato di 242.581 ettolitri, di cui 146.834 di Doc Sicilia e 95.747 di altre Doc).
Ma la voglia della Sicilia di raccontarsi come realtà vinicola “unita nelle diversità”, è testimoniato anche dal fatto che, aggiunge Rallo, “sono sette le denominazioni territoriali - Docg Cerasuolo di Vittoria, Doc Noto, Doc Vittoria, Doc Eloro, Doc Menfi, Doc Contessa Entellina e Doc Contea di Sclafani - che hanno scelto di utilizzare l’origine “Sicilia” in etichetta”.
Un successo crescente, quello del vino di Sicilia nel mondo, sempre più ambasciatore dell’Isola e traino non solo dell’enoturismo, ma del turismo tutto, grazie al lavoro di produttori che sempre di più trasformano le loro cantine non solo in opifici, ma anche i luoghi di accoglienza. E anche grazie agli investimenti istituzionali, che puntano sempre più sul “turismo esperenziale”, come ha spiegato l’Assessore al Turismo della Regione Siciliana Anthony Barbagallo: “la Sicilia, piccolo continente di sensazioni ed emozioni, offre al turista una immersione in itinerari integrati in cui confluiscono cultura, gusto, storia, territorio in un unicum inscindibile. L’eccellenza dei vini siciliani svolge in tale nuova direzione un ruolo da protagonista ed il partenariato di Assovini Sicilia diventa essenziale ed imprescindibile per una Regione naturalmente vocata ad un enoturismo di altissimo profilo. Il “Piano 2016” - spiega Barbagallo - punta sul rafforzamento del brand regionale, sulla sua immagine complessiva e identitaria, “ispirando” il potenziale turista a scegliere la Sicilia quale meta finale, rendendo la sua esperienza unica e indimenticabile, tale da meritare di essere raccontata, attraverso le nuove forme di comunicazione del “Turismo esperienziale”. E seguendo il modello organizzativo della Destination Management Organization su diverse aree tematiche: da cultura a natura, da mare a benessere e, ovviamente, quella enogastronomica, che può contare anche su 12 straordinarie Strade del Vino. Con progetti speciali, ad hoc (come un film sul vino ambientato in Sicilia sulla scia di “Sideways” o “A Good Year” presto in arrivo, annuncia Barbagallo) con la valorizzazione di strumenti già esistenti ma utilizzati per fini turistici amplificati come nel caso del Treno del Vino”.
E anche attraverso l’enoturismo passa, secondo Barbagallo, il raggiungimento di un obiettivo fondamentale che è quello della destagionalizzazione del turismo in Sicilia. La cui narrazione, come ovvio, non può non passare anche (o soprattutto) dal web, e per questo è nato il sito www.visitsicily.info, fulcro di un’attività di comunicazione promozione che passa anche dai più importanti social network, da Facebook a Twitter, da Youtube a Instagram e Pinterest. Anche, ovviamente, nel segno del vino.

Focus - L’enoturismo e l’accoglienza in Sicilia tra passato e futuro secondo Mariangela Cambria, vicepresidente di Assovini Sicilia

“L’appeal della Sicilia sta cambiando e noi produttori di vino dobbiamo essere i comunicatori di questa crescita. La nostra Regione, infatti, ha un grande fascino grazie alle sue molte ricchezze artistiche, paesaggistiche, storiche ed enogastronomiche. Il vino è proprio espressione di questa bellezza poiché il prodotto di qualità nasce in luoghi ben conservati, dove vi è la cultura del territorio ed il rispetto per la natura”. Parte da questa consapevolezza la riflessione di Mariangela Cambria, vicepresidente di Assovini Sicilia, sul ruolo del vino e dell’enoturismo come motore e stimolo al miglioramento complessivo dell’offerta turistica siciliana
“Nella crescita del turismo, il vino - spiega Cambria - ha avuto due meriti importanti. Anzitutto, grazie all’apertura dei mercati internazionali, ha contribuito a fare conoscere la nostra Regione nel mondo, raggiungendo milioni di potenziali visitatori. Viaggiando in tutto il mondo per vendere i propri vini, poi, i produttori hanno aperto la propria mente e visitato centinaia di luoghi, conoscendo anche altri modelli di accoglienza e di turismo. Hanno, quindi, arricchito la propria cultura del bello con altre esperienze e, una volta tornati a casa, hanno saputo tradurre tutto questo in strutture ricettive di ottimo livello. Infine, il turismo del vino ha permesso di innalzare il livello qualitativo del turismo. Spesso, infatti, l’amante del vino è una persona di cultura, rispettosa dell’ambiente e desiderosa di conoscere il lato autentico del luogo che visita. Per tutte queste ragioni l’enoturismo, in Sicilia, ha portato un miglioramento generale nelle strutture ricettive del territorio - aggiunge - siano esse alberghi o ristoranti, servizi ricreativi o negozi. È il caso ad esempio di territori come l’Etna, il ragusano o Salina. Ciò ha consentito di avviare un processo virtuoso di crescita dei territori. Il bello, infatti, chiama il bello. Noi produttori, inoltre, abbiamo migliorato sempre più il nostro modo di accogliere il visitatore. Molte cantine - sottolinea Cambria - si sono organizzate sia investendo nel miglioramento delle strutture, con attenzione particolare all’integrazione nel paesaggio, sia migliorando la preparazione del personale responsabile dell’accoglienza o i servizi (wifi, sala di degustazione, ospitalità alberghiera)”.
Accoglienza che, ricorda la vicepresidente di Assovini, è un elemento identitario della Sicilia.
“Trae infatti radici profonde dal valore che attribuiamo noi siciliani allo stare insieme. Un valore che ci viene, molto spesso, dalla famiglia. È il motivo per il quale il produttore siciliano, pur avendo un responsabile dell’accoglienza nella propria cantina, se ne ha la possibilità, accoglie personalmente i visitatori per raccontare aneddoti sulla propria storia e sulla propria terra”.
Una aspetto che è solo uno degli elementi che ha reso la Sicilia straordinaria, dal punto di vista turistico, in cui il vino ha giocato, e gioca, un ruolo fondamentale perché “fornisce attrattive che consentono al turista di prolungare il proprio soggiorno, promuove la crescita del livello del turista sia in cultura che capacità di spesa, e lascia nel visitatore un ricordo vivo dell’esperienza grazie al proprio vino. A questi benefici generali - conclude Cambria - si affiancano quelli per le aziende. A dimostrarlo sono i numeri che si evidenziano nell’indagine di Assovini Sicilia, dove emerge che l’enoturismo è, sempre più, un importante mezzo di integrazione del reddito aziendale ma anche uno straordinario elemento di marketing. Senza dimenticare che il vino consente anche di “prolungare” l’esperienza del viaggio per il visitatore. Acquistando una bottiglia di vino siciliano nel proprio Paese di origine, infatti, egli può, anche se solo in parte, rivivere l’emozione provata durante il proprio viaggio”.

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