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“La spumantistica è appassionante: come provo piacere nel disegnare un progetto, questo elemento progettuale è fortemente presente nella “costruzione” di una cuvée”. A WineNews #Vinitaly50Story la filosofia del costruttore-vigneron Vittorio Moretti

Vittorio Moretti capitano d’industria? O Vittorio Moretti produttore per passione? Non fa differenza: il più celebre costruttore-vigneron ha progettato “sogni enologici che partono da un affetto profondo per la terra e i luoghi che amiamo e nei quali abbiamo radici”, e lo stesso ha fatto con le sue costruzioni. “Il termine progetto, indispensabile per un costruttore, contiene tutti gli elementi per la concretizzazione di un sogno. Progettare significa rendere attuabile un’idea prendendo in considerazione le risorse materiali, economiche e umane indispensabili a realizzarla. Non ho fatto altro che trasporre nel vino la mia capacità progettuale nelle costruzioni. È stato appassionante iniziare con la spumantistica, perché se è vero che provo piacere nel disegnare un progetto, questo elemento progettuale è fortemente presente nella realizzazione di una cuvée, dove componenti eterogenee devono trovare un equilibrio d’insieme che diventa elemento identitario del gusto”. E, allora, il più grande progetto di vino in una vita spesa tra l’arte di costruire e quella di produrre, non poteva che essere una cuvée: il Bellavista Meraviglioso, il Franciacorta verticale ultimo nato, che, sul modello francese, racchiude in un’unica bottiglia le più grandi annate della Riserva che porta il suo nome. A Vittorio Moretti, però, alla guida della Holding Terra Moretti (e del Consorzio Franciacorta), tra i più grandi nomi della spumantistica italiana con il sogno di fare del Franciacorta lo “Champagne d’Italia”, una cosa piace ricordare, a WineNews, uno dei siti più cliccati dagli amanti del buon bere, per #Vinitaly50Story, la cronistoria di mezzo secolo di Vinitaly e del vino italiano, attraverso le storie dei suoi personaggi, per i primi 50 anni della rassegna internazionale di riferimento del settore (Verona, 10-13 aprile; www.vinitaly.com): “meno rivolta a me, e più al mondo del vino. A Vinitaly ci sono almeno 200 produttori cui abbiamo costruito la cantina. Questo mi rende orgoglioso perché i sistemi costruttivi che ho testato nelle mie aziende hanno fatto scuola, adottati da altri produttori per la capacità di integrare funzionalità ed estetica”.
“Il vino, come un edificio, è un progetto, che deve tenere conto del contesto culturale e paesaggistico in cui si inserisce - dice Moretti - poi c’è la funzione d’uso: partiamo dalla terra, dalle radici storiche e culturali, ma dobbiamo “costruire” un vino che sia piacevole e desiderabile. E come il buon architetto non dovrebbe costruire per celebrare se stesso, un vino non deve esser progettato per se stessi, ma per un mercato con gusti e riti precisi. Come per un’opera architettonica, se il prodotto finale meraviglia, vuol dire che è riuscito. Così è la cantina Petra, dove l’architetto Mario Botta ha saputo inserire un segno architettonico forte, in una natura rigogliosa che l’ha inglobata. Bellavista è un “cantiere a cielo aperto” perché ogni anno aggiungiamo un nuovo tassello alla cantina. Contadi Castaldi, antica sede di una fornace, è oggi una cantina moderna con impianti tecnologici innovativi. Alla Tenuta La Badiola abbiamo riportato in vita la meravigliosa storia del Granducato di Toscana, riscoprendo luoghi di una bellezza straordinaria”.
Archetipo del “self made man” che, partito nel 1967 con la “Moretti Costruzioni”, ha fondato un impero, il Gruppo Terra Moretti - oggi guidato dalle figlie Francesca, Carmen e Valentina - mettendo insieme, oltre alle costruzioni in cui è tra i leader mondiali, anche il grande vino e l’altissima hotellerie (senza dimenticare la nautica con la Maxi Dolfin), Vittorio Moretti il vino ha iniziato a farlo per hobby. A partire da Bellavista, fondata nel 1977, e diventata uno dei marchi più prestigiosi del Franciacorta (con l’enologo considerato il n. 1 delle bollicine in Italia, Mattia Vezzola), a cui ha poi affiancato Contadi Castaldi. E poi in Toscana, con Tenuta La Badiola, in Maremma, acquistata nel 2000, e Petra, la cantina d’autore per eccellenza, realizzata nel 2003 a Suvereto. Quindi, due resort di lusso, L’Albereta, in Franciacorta (nel 1993, un vero pioniere), dove è riuscito “a mettere insieme il diavolo e l’acqua santa”, con la cucina di Gualtiero Marchesi ed il benessere di Henri Chenot, e L’Andana a La Badiola, con la Trattoria Toscana, unico ristorante italiano di Alain Ducasse. Un mix di architetture e vini d’autore, dal Franciacorta Vittorio Moretti Riserva al Franciacorta Gran Cuvée Pas Operé, dal Franciacorta Gran Cuvée a Petra. All’altra grande passione, la musica, è dedicato il Bellavista Teatro alla Scala da oltre 10 anni brindisi ufficiale della Prima più prestigiosa d’Italia. E Meraviglioso, come la canzone di Domenico Modugno, inno alla vita e alle sue gioie più autentiche.

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