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Il mercato globale del vino, tra il 2013 ed il 2014, ha perso l’1,5%, ma tra il 2015 ed il 2019 tornerà a correre, con una crescita stimata dall’Iwsr - International Wine & Spirit Research per Vinexpo dell’1,4%. Al top spumanti, rosati e premium wine

Italia
Tra il 2015 ed il 2019, il mercato globale del vino tornerà a correre: lo dice uno studio Iwsr per Vinexpo

Il mercato globale del vino, tra il 2013 ed il 2014, ha perso l’1,5% degli scambi in termini di volumi, a causa della frenata dell’Europa, che ha perso ben 360 milioni di bottiglie ed al rallentamento della Cina, che hanno colpito, in maniera particolare i vini fermi, con gli spumanti che, nel complesso, perdono solo 21,6 milioni di bottiglie, di cui 2,04 milioni di Champagne. La buona notizia è che tra il 2015 ed il 2019 il mercato enoico tornerà a correre, con una crescita prevista dell’1,4%, come raccontano i dati dell’Iwsr - International Wine & Spirit Research per Vinexpo, che dal 24 al 26 maggio sbarca ad Hong Kong, con l’Italia al posto d’onore (www.vinexpo.com). Se la crescita stimata, da qui al 2019, è dell’1,4%, ci sono tre segmenti pronti a fare decisamente meglio: gli spumanti, che rappresentano l’8% del commercio totale, cresceranno del 7,4%, i rosati, che valgono il 9% dei consumi, matteranno a segno un più modesto +2,2%, ed il segmento premium, invece, pronto a crescere del 12%.
Tornando ai vini fermi, il 2014 è stato un anno di grande cambiamento, con i consumi scesi dell’1,2%, a 28,8 miliardi di bottiglie, dopo il calo di Europa ed Asia e la frenata delle Americhe, con una crescita dello 0,5% sul 2013. Da quest’anno, però, torneranno a crescere, proprio grazie alla ripresa dell’Asia, a ritmi più blandi ma costanti, in una dinamica che riguarda anche il Nord America, mentre Africa, Europa Centrale ed Orientale e Medio Oriente conosceranno una crescita decisamente più importante, pur partendo da posizioni marginali. C’è attesa, invece, per le performance di Sudafrica e Giappone, con il Pacifico vero crocevia del commercio enoico del futuro, in un triangolo ideale che parte da Tokyo, passa per l’Australia e finisce in Cina.
Nonostante il calo dei volumi, in termini economici il mercato enoico globale è cresciuto dell’1,1% nel 2014 sul 2012, a quota 175,96 miliardi di dollari (+4 miliardi di dollari sul 2012). Gli Usa rimangono di gran lunga il mercato più importante, a 29,15 miliardi di dollari, seguiti da Regno Unito, a 17,34 miliardi di dollari (ma con le tasse che rappresentano una parte importante), Francia, a 17,33 miliardi di dollari, e Italia, a 13,76 miliardi di dollari. Il vino rosso è ancora il più consumato, con più del 54% dei vini consumati, seguito dal vino bianco (37%) e dal rosato (9%).
Diverso l’andamento per gli spumanti, con il consumo globale cresciuto, nel 2014, dell’1,8%, a 2,529 miliardi di bottiglie, con all’orizzonte un +8,7% da qui al 2019. Crescono del 2,4% i consumi dello Champagne fuori dalla Francia, a 130,8 milioni di bottiglie, grazie all’area Asia - Pacifico, dall’Australia al Giappone, passando per mercati meno importanti, come Hong Kong, Nuova Zelanda, Sud Corea e Cina. La crescita maggiore è quella del Giappone davanti agli Usa ed all’Australia, seguita dall’Italia. Bene anche gli altri spumanti, i cui consumi sono cresciuti nel 2014 di 15,6 milioni di bottiglie, trainati da Gran Bretagna e Germania, il più grande mercato al mondo per le bollicine che, però, mostra segni di stanchezza dopo anni di grande crescita. Entro il 2019 il mercato globale dovrebbe toccare le 240 milioni di bottiglie, con una crescita in Asia, Nord e Sud America ed Europa di 12 milioni di bottiglie.

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