02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

“A Boston, a L’Aquila o a Verona con la stessa passione con cui faceva grandi vini Gianni Masciarelli spendeva ore a spiegare che quel Montepulciano dal nome un po’ “etnico” dedicato a me era suo”. Lo ricorda Marina Cvetic a WineNews #Vinitaly50Story

La chiami, e dall’altra parte della cornetta, tra i vigneti d’Abruzzo, sorride e trasmette allegria, come un vino che ha dentro la sua terra, avvolgente e di carattere. Ma anche passione, la stessa con cui Gianni Masciarelli, nei ricordi di Marina Cvetic, spiegava che quel Montepulciano dal nome un po’ “etnico” era suo, ed era dedicato alla moglie. “Come quella volta che in un ristorante di Boston, chiese se avevano del Montepulciano, e il titolare “sì, ne abbiamo uno fantastico, ottimo, grazie, siamo a posto così, non lo vogliamo cambiare”, mentre gli sussurravano che di fronte aveva il signor Masciarelli, e Gianni sbirciando la carta, scopriva che era il suo Montepulciano Marina Cvetic. Sono diventati molto amici, ma dopo molta fatica nello spiegare quel nome”. O quella volta che “a Vinitaly a Verona un buyer ci disse che non voleva un vino friulano, ma abruzzese. Dovetti chiamare anche Gianni per farglielo capire. Alla fine, scelse il Montepulciano Masciarelli, ma inviammo anche il Marina Cvetic”. Lo racconta a WineNews, uno dei siti più cliccati dagli amanti del buon bere, Marina Cvetic, alla guida di Masciarelli Tenute Agricole, per #Vinitaly50Story, la cronistoria di mezzo secolo di Vinitaly e del vino italiano, attraverso le storie dei suoi personaggi, per i primi 50 anni della rassegna internazionale di riferimento del settore (Verona, 10-13 aprile; www.vinitaly.com). Una passione per il vino, la sua, ereditata dal nonno, piccolo vigneron di Belgrado, prima ancora dell’incontro con il più grande produttore d’Abruzzo. È così che si sono conosciuti, e la loro passione è diventata amore nella vita personale. Molti dei loro migliori vini li hanno fatti insieme: il Montepulciano d’Abruzzo dedicato a Marina Cvetic è uno dei più grandi rossi italiani, e Marina Cvetic una delle più grandi produttrici di vino italiano.
“Un giorno un sommelier mi chiese se Marina Cvetic era un colle, una vigna o un’area geografica. Semplicemente sono io, risposi al telefono, immaginando la sua faccia mentre si scusava. Ma c’è anche quella volta che a L’Aquila - ricorda Marina Cvetic - il proprietario di un ristorante si prodigava insistentemente nel raccontare a Gianni il Montepulciano Marina Cvetic, e lui: guardi che sono il marito, le volevo solo fare i miei complimenti per averlo in carta”. E, davvero nessuno, è sfuggito all’equivoco: “un importante quotidiano italiano una volta scrisse che era un vino marchigiano. Dall’Abruzzo partì una nota ufficiale per spiegare che era made in Abruzzo”.
Geniale e visionario, quanto schietto e dritto per la sua strada, Gianni Masciarelli amava così tanto la sua terra, da farla rinascere portandola alla ribalta internazionale attraverso il vino, e portando alla loro massima espressione i suoi vitigni per eccellenza, considerati per anni con sufficienza, vinificandoli in purezza, per conferirgli un carattere proprio: l’archetipo è il Montepulciano d’Abruzzo Villa Gemma, portabandiera della terra d’Abruzzo, sin dalla prima annata, il 1984. E questo è ciò che Marina Cvetic ha “raccolto” dal marito.
Lo sfondo della sua storia è San Martino sulla Marrucina, il piccolo borgo della famiglia Masciarelli, a metà strada tra il mare Adriatico e la Maiella, dove Gianni Masciarelli, all’inizio degli anni Ottanta, inizia la sua scommessa vitivinicola. Ma la produzione di quella che oggi è una griffe stabilmente nell’élite dell’enologia italiana, di cui rappresenta una delle punte più avanzate nella ricerca della qualità senza compromessi, abbraccia praticamente ogni angolo d’Abruzzo: da Chieti a Pescara, da Teramo a L’Aquila, in gran parte coltivati a Montepulciano e Trebbiano, accanto a Cabernet Sauvignon come nelle Tenute di San Martino sulla Marrucina e di Ripa Teatina, Merlot e Cabernet Franc come nella Tenuta di Ofena. Dove, accanto alle linee Classica e Villa Gemma, nascono etichette come il Trebbiano d’Abruzzo e l’Iskra (“scintilla” in slavo) della linea Marina Cvetic, il Cerasuolo Gianni Masciarelli della linea voluta da Marina Cvetic, fino alla linea Castello di Semivicoli in onore della proprietà acquistata da Gianni e Marina: un Palazzo baronale del Seicento tra i vigneti, salvato dall’abbandono e diventato punto di riferimento e di rilancio per l’enoturismo del territorio, un raffinato relais di charme, design e storie d’amore.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli