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Tenute SalvaTerra, unione della famiglia Furia (da 30 anni realtà agricola in Valpolicella) e del “club deal” (unione tra competenze e passione di imprenditori che investono direttamente), lanciano un nuovo eno-progetto di sviluppo in Valpolicella

Tenute SalvaTerra, che nasce dall’incontro della famiglia veneta Furia (da 30 anni, realtà agricola della Valpolicella, con tutta la produzione di vino, fino adesso “venduto sfuso”, ndr) ed un gruppo di imprenditori organizzato in un “club deal” (un modello nuovo di fare impresa, almeno nel mondo del vino: non private equity classico - non ci sono fondi - ma unione tra competenze e passione dei singoli imprenditori che investono direttamente ed in proprio nel progetto) e gestito da Canova srl, lanciano un nuovo ed importante progetto di sviluppo legato ad uno dei territori tra i più straordinari d’Italia, quello della Valpolicella, e ad un vino, l’Amarone, da sempre nel novero delle migliori etichette nel mondo. Lo fanno attraverso la messa in opera di capitale, ma anche di competenze, di risorse e di esperienze, indispensabili per contribuire al successo di questa nuova sfida: è, in questa ottica innovativa, che rientra l’operazione, conclusa in questi giorni, e presentato oggi a Verona, da Vignaioli La Castellana (gruppo Tenute SalvaTerra) con Banca Akros (banca di investimento del gruppo Banca Popolare di Milano) per una linea di credito a medio termine; un’intesa che, anche in questo caso, si configura come un nuovo modello di finanziamento per supportare la crescita del territorio. Il gruppo SalvaTerra, con la consulenza di Banca Akros in qualità di “arranger”, ha infatti sottoscritto un finanziamento a medio termine, del valore di 9 milioni di euro, erogato da un pool di banche, con l’innovativa garanzia (privilegio) sul vino in cantina che consentirà all’azienda guidata dal manager Paolo Fontana di allineare le fonti finanziarie con la natura a medio termine del magazzino da invecchiamento.
Questo nuovo modello di credito, con il privilegio sui vini invecchiamento come l’Amarone della Valpolicella, consente di liberare risorse altrimenti bloccate per un lungo periodo (3/5 anni), utili a dare liquidità immediata alle imprese, in modo da sostenere progetti legati alla crescita sui mercati senza mettere a rischio la qualità dei vini garantendone la crescita di valore. L’operazione verrà certificata da Siquria, che attesterà la presenza e la qualità del vino in cantina per tutta la durata del finanziamento, pari a 5 anni e 6 mesi.
“E’ un ulteriore passo lungo - sottolinea l’amministratore delegato del gruppo, Paolo Fontana - verso la via della trasformazione della nostra azienda, cercando soluzioni che diano risposte nuove e decisive alle esigenze di crescita delle aziende vitivinicole. Il progetto Tenute SalvaTerra ha portato in Valpolicella risorse e competenze nuove, e lo stiamo continuando a fare anche con questo nuovo strumento; non è un caso che ciò avvenga in un territorio come il nostro, da sempre all’avanguardia. Mirko Furia, presidente e ad dell’azienda agricola SalvaTerra, “l’operazione, con il pool di banche guidate da Banca Akros, è molto importante perchè permette di supportare ulteriormente il progetto di sviluppo da noi sposato due anni fa. Questa operazione rappresenta una importante opportunità per tutte le cantine del nostro territorio che hanno finalmente la possibilità di far crescere di valore e qualità il vino permettendo l’invecchiamento senza rinunciare alla loro crescita per mancanza di mezzi finanziari idonei o coerenti con un attività che vede la qualità come condizione necessaria per crescere. Questa operazione può essere un modello utile a tutte le aziende della Valpolicella”.
Tenute SalvaTerra conta sulla produzione di uve su 260 ettari a conduzione diretta in Valpolicella, che, con i conferitori, arrivano a 700 ettari; la produzione media ammonta a 90.000 ettolitri parte imbottigliati con marchi propri (nel 2015, 1,4 milioni di bottiglie del territorio delle diverse espressioni della Valpolicella), di cui il 95% viene esportata, per un fatturato medio di 30 milioni di euro.

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