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I due alfieri dell’enologia italiana in “Top 100 Wines 2015” by “International Wine Report”: Brunello di Montalcino 2010 La Cerbaiola (Salvioni) al primo posto (e al n. 6 Biondi Santi) e Barolo 2011 Le Vigne di Luciano Sandrone, al terzo posto

Italia
Gli alfieri dell’enologia italiana in Top 100 Wines 2015 by International Wine Report

Tra reportage dalle più importanti regioni enoiche del mondo ed appunti di degustazione, il portale Usa “International Wine Report” (www.internationalwinereport.com), dal 2011, mette in fila i migliori vini sul mercato, seguendo tre criteri: il voto sulla qualità, espresso in centesimi, l’“excitement”, ossia tutti quei fattori che riguardano il produttore, le difficoltà dell’annata ed il territorio da cui arriva un vino, ed il rapporto qualità/prezzo. Nasce così la “Top 100 Wines 2015”, che mette in fila le etichette di 11 Paesi diversi, con una spiccata propensione per le etichette del Belpaese, seconde in numero agli Usa (27 contro 29), ma protagoniste nelle posizioni di testa, grazie ai due grandi rossi dello Stivale: il Brunello di Montalcino 2010 La Cerbaiola di Salvioni conquista il gradino più alto del podio, forte dei 100/100 conquistati nell’assaggio, mentre il Barolo 2011 Le Vigne di Luciano Sandrone si piazza alla posizione n. 3, dietro proprio ad un americano, il Cabernet Sauvignon Cimarossa Vineyard 2013 Tor Kenward.
Entrando nel dettaglio della “Top 100 Wines 2015”, emerge tra le etichette italiane il “solito” dualismo tra Barolo (con 6 vini) e Brunello (a quota 5),
mentre tra i Paesi, detto di Italia ed Usa, la Francia si piazza al terzo posto, con 21 vini, seguita a distanza siderale da Argentina (5), Spagna (4), Germania (3), Sudafrica (3), Cile (3), Austria (2), Australia (2) e Portogallo (1). Tornando alle bottiglie tricolori, alla posizione n. 6 spiccano i 100/100 di un vino simbolo dell’enologia italiana, il Brunello 2010 di Biondi-Santi, seguita alla n. 11 dal Valpolicella Superiore 2009 di Romano Dal Forno, mentre alla n. 14 troviamo un siciliano, il Franchetti 2012 di Passopisciaro, davanti al Brunello di Montalcino 2010 Tenuta Nuova di Casanova di Neri, alla posizione n. 15, ed al Brunello di Montalcino 2010 di Poggio di Sotto, alla n. 19.
Fuori dai primi 20 posti, per un soffio, l’Etna Rosso Prephylloxera 2013 di Tenuta delle Terre Nere, alla posizione n. 21 (una anno fa conquistò la vetta, ndr), con il Munjebel Rosso Chiusa Spagnola di Frank Cornelissen (Etna) alla n. 22 ed il Toscana Rosso 2012 di Tenuta di Trinoro alla n. 23. E ancora, il Barolo 2011 Rocche di Castiglione di Oddero conquista la posizione n. 27, con l’Ornellaia 2012 di Tenuta dell’Ornellaia alla n. 31, il Barolo 2011 San Rocco di Azelia alla posizione n. 35 ed il Barolo 2011 Rocche dell’Annunziata di Renato Corino all n. 46. seguito alla posizione n. 47 dal Brunello di Montalcino 2010 di Lisini.
Nella seconda metà della classifica, subito un vino laziale, l’Habemus 2012 di San Giovenale, alla posizione n. 54, mentre alla n. 58 c’è il Barolo 2011 Vigna Rionda di Luigi Pira, seguito alla n. 60 dal Barolo 2011 Conca di Renato Ratti, con il Merlot 2011 Dominin di Meroi (Friuli Venezia Giulia) alla n. 65, davanti al Guado al Tasso 2011 di Antinori, alla n. 72. Alla posizione n. 79 un altro vino toscano, il Solengo 2012 di Argiano, mentre alla n. 82 troviamo il Flors di Uis 2012 di Vie di Romans, seguito da altri due toscani, alla posizione n. 85 il Volpolo 2012 di Podere Sapaio, ed alla n. 88 l’Indaco 2011 di Tenuta dei Sette Cieli. Chiudono la classifica il Sito Moresco 2013 di Gaja, alla posizione n. 91, il Pigato 2012 Albium di Poggio dei Gorleri (Liguria) alla n. 92 ed il Ribolla Gialla 2014 di Ronchi di Cialla alla n. 98.

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