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Il mercato n. 1 del futuro del vino? Ancora gli Usa, dove nei prossimi 10 anni, grazie ai più giovani, si arriverà a 109 milioni di consumatori. Così il “Future Wine Consumers in the US Market 2015 Report” di “Wine Intelligence”

Se l’Asia è grande e promette molto al business del vino del futuro, nonostante una complessità ancora poco compresa e un consumo procapite bassissimo, il mercato di riferimento per i produttori del mondo, per i prossimi 10 anni, sembra destinato a rimare quello degli Stati Uniti, già oggi al n. 1 assoluto (e primo partner in valore per l’Italia, ndr), dove le nuove generazioni aggiungeranno altri 16 milioni di “wine drinker” ad una popolazione che già ne conta 93, portando il totale a 109 milioni di persone, il 44% della popolazione adulta americana, entro il 2025. A dirlo il “Future Wine Consumers in the US Market 2015 Report” dell’agenzia Wine Intelligence.
Con i “Millennial” che, per allora, saranno tutti dell’età legale per bere alcolici, andando così ad aumentare una “classe” di consumatori che conterà 22,7 milioni di consumatori regolari di vino (quelli che ne bevono almeno una volta alla settimana, ndr).
Con questi consumatori, definiti anche “Next-Gen”, ovvero i più giovani dei “Millennial”, che sebbene condividano con i loro quasi coetanei lo stesso spirito ambizioso, sembrano avere un approccio più “imprenditoriale” e legato ai prezzi, e meno avventuroso, rispetto ad essi, con il 60% di loro che afferma che sceglierebbe ub prodotto solo dopo un’esperienza interessante, ovvero con qualche garanzia di soddisfazione, rispetto al 44% dei Millenial.
Tuttavia, il 57% di questi giovanissimi dice che è interessato a conoscere di più il vino, appena avrà l’eta legale per berlo. Numeri e manifestazioni di interesse che evidenziano quante siano le opportunità da poter cogliere per l’industria enoica, se sarà capace di conquistare questi giovani sempre più connessi tra loro attraverso tecnologia e social network.
“Il futuro del mercato Usa merita davvero di essere analizzato in profondità - spiega Richard Halstead, Chief Operating Officer di “Wine Intelligence” - perché che lo si voglia o no, le sorti del vino mondiale sono innegabilmente collegati ai comportamenti di consumatori americani nei prossimi 10 anni. Il mercato Usa è quello che oggi, al mondo, per il vino vale di più, ed il nostro report mostra che i cambiamenti demografici e culturali consolideranno questa posizione di leadership”.

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