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“Sfatiamo il tabù delle viti Ogm, sarà la salvezza del vino italiano. Solo con la cisgenesi si può dare un futuro ai grandi vini italiani”. L’appello, a “La Repubblica”, è di Angelo Gaja, che avverte: “senza ricerca, le nostre vigne non hanno futuro”

Italia
Angelo Gaja

“Sfatiamo il tabù delle viti Ogm, sarà la salvezza del vino italiano. Solo con la cisgenesi (trasferimento di geni da piante della stessa specie) si può dare un futuro ai grandi vini italiani”. L’appello, sulle pagine del quotidiano “La Repubblica”, in un pezzo firmato Jenner Meletti, è di Angelo Gaja, uno dei produttori più ascoltati del Belpaese che vede un futuro difficile per il “vigneto Italia”, senza un intervento degli ogm. “Se i ricercatori non verranno autorizzati ad applicare le nuove tecniche genetiche, le nostre vigne non hanno futuro, attaccate dal caldo, dai parassiti. So bene che la cisgenesi è considerata una tecnica Ogm e gli organismi geneticamente modificati nei campi appaiono a tanti come una bestemmia. Ma di fronte ai nemici (che sono soprattutto la peronospora che secca foglie e grappoli e l’oidio che infetta tutti gli organi verdi della pianta) non si può stare fermi”.
Angelo Gaja si schiera, insomma, con la ricerca: “c’è chi nelle cantine è contento perché con l’aumento delle temperature le vendemmie di buona qualità sono più frequenti. Ma c’è purtroppo l’altra faccia della medaglia. Con il caldo e la scarsità di pioggia sono arrivate una recrudescenza delle malattie parassitarie vecchie e nuove, la sofferenza di vigneti a causa di periodi troppo a lungo siccitosi, le uve che arrivano in cantina troppo calde, ancora coperte di antiparassitari che la siccità non ha concesso di dilavare ... In Francia il polo universitario di Bordeaux da un decennio ha avviato progetti di ricerca scientifica volti a individuare viti più idonee al nuovo clima. Bisogna che il nostro Paese autorizzi i ricercatori ad accedere alle nuove tecniche. Il mondo del vino - conclude Angelo Gaja - deve evitare il pericolo più grave: “stare fermo””.
In incontri con i viticoltori e con i ricercatori anche il Ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, ha annunciato una netta apertura alla cisgenesi e al “genome editing” (tecnica che permette di cambiare le basi del Dna). “È sempre più evidente - dice il ministro Maurizio Martina - che il solo dibattito pro e contro Ogm è un argomento superato. Vietare le vecchie colture transgeniche non significa essere oscurantisti e non volere un serio lavoro sul miglioramento genetico vegetale. Siamo pronti a supportare un piano organico di iniziative di ricerca, a legislazione vigente, con tecnologie più sostenibili sulle principali colture nazionali. Mi riferisco a strumenti come il “genome editing” e l’approccio cisnetico che ci possono consentire un miglioramento genetico mirato, senza alterare le caratterizzazioni produttive di un sistema agroalimentare, migliorandone le performance anche rispetto alla resistenza alle malattie. Abbiamo chiesto all’Europa una discussione definitiva perché queste tecnologie vengano pienamente riconosciute diversamente dagli Ogm transgenici. Questa è una partita che vogliamo giocare al fianco delle aziende, degli agricoltori e dei ricercatori”.

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