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Vino & investimenti, l’Italia continua a crescere. Lo dice il Liv-Ex, che ha stilato la “top 10” delle etichette del Belpaese più scambiate nel 2015: al top assoluto Sassicaia (21,4% del quota di mercato in valore), Masseto, Ornellaia, Tignanello ...

Italia
Le due etichette italiane cult del Livex ... ma cresce tutta l’Italia del vino

Che il prestigio dell’Italia enoica sia in crescita tra i collezionisti e gli investitori del mondo non c’è dubbio. Non solo perchè nelle grandi aste internazionali sono sempre di più i lotti dedicati alle etichette top del Belpaese, ma anche perchè arrivano tanti segnali di questa crescita, come il fatto che da agosto, per esempio, l’Italia sia stata la seconda “regione” più scambiata nel mercato secondario, dietro a Bordeaux ma superando la Borgogna, almeno secondo i numeri del Liv-ex (www.liv-ex.com), il benchmark di questo mercato, con i vini del Belpaese che hanno raggiunto una “market share” del 7,1% nel 2015 sull’appena 0,9% del 2010. Con una crescita del valore scambiato del 34% nell’ultimo anno, grazie ai movimenti realizzati su 262 vini di 22 annate 132 brand, e con una grande prospettiva di crescita, visto che l’80% degli scambi è stato realizzato da annate comprese tra la 2009 e la 2012, e solo il 6% da annate più vecchie delle 2006 Dati di cui tener conto per investire in futuro, anche visti i successi del recente passato: l’“Italy 100” (sotto indice del “Fine Wine 1000”), che raccoglie le ultime annate di 5 classici Supertuscan (Masseto, Ornellaia, Sassicaia di Tenuta San Guido, Solaia e Tignanello di Antinori) e di altre griffe dell’Italia enoica (Barbaresco e Sorì Tildìn di Gaja, Barolo Vigne di Sandrone, Messorio de Le Macchiole e Redigaffi di Tua Rita), negli ultimi 5 anni ha visto una crescita in valore del 22,4%, performances decisamente migliore, in termini di crescita, dei vini di Bordeaux, con il “Bordeaux 500” che nello stesso periodo ha perso il 4,8%.
E se, negli ultimi 5 anni, la superstar indiscussa è stata il Masseto, che ha visto le sue quotazioni crescere del 56%, seguita dal Tignanello, che ha fatto +40,2%, nel 2015 il protagonista assoluto degli scambi italiani è stato il Sassicaia, che si è aggiudicato il 21,4% della quota di mercato in valore, e del 18,4% in valore, seguito, nella “top 10”, da Masseto (7,3% in valore e 2,9% in volume) e Ornellaia (3,9% in valore e 4% in volume). Tra i vini italiani più scambiati, poi, vine il Tignanello (3,5% in valore e 7,1% in volume), seguito dal secondo vino di Tenuta San Guido, il Guidalberto (3,3% valore ed 11,3% in quantità), e dal Brunello di Montalcino della storica Argiano (il secondo vino più scambiato, con il 12,1% della quota di mercato in volume, ed il 2,7% in valore). A chiudere la “classifica” redatta dal “Cellar Watch” del Liv-ex, ci sono il Solaia (2,4% del valore e 1,5% del volume), il Vigna d’Alceo di Castello dei Rampolla (2,4% in valore e 2,3% del volume), il Galatrona di Tenuta di Petrolo (2,4% in valore e 3,6% in volume) ed il Sorì San Lorenzo di Gaja (2,3% in valore e 0,5% in volume).
Una top 10 che, sottolinea Liv-Ex, conferma il primato assoluto dei Supertuscan in primis (con il leader Sassicaia spinto dalle annate 2010, 2011 e 2012) e poi della Toscana in generale, con 9 etichette nelle prime 9 posizioni delle “top 10”, e dove il Brunello di Montalcino di Argiano è la “spia” di una fervente attività sulle griffe del territorio di Montalcino, stimolata soprattutto dalle critiche decisamente positive sull’annata 2010.

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