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Social media marketing, blogging, inbound marketing, e-commerce: il mondo del vino incontra il web nella ricerca “Il gusto digitale del vino italiano” della società americana di marketing e consulenza strategica Fleishman Hillard

Social media marketing, blogging, inbound marketing: il mondo del web è sempre più al servizio delle aziende che vogliono sfruttare la rete per promuovere i propri prodotti, ma com’è la situazione nel mondo del vino italiano, che solo ultimamente si sta affacciando alle opportunità offerte dall’online? Come rivela la ricerca “Il gusto digitale del vino italiano” della società americana di marketing e consulenza strategica Fleishman Hillard (www.fleishman.it), rilanciata da “Wine”Wine”, il forum sul business del vino (a Verona il 2 e 3 dicembre, www.wine2wine.net) che ha analizzato la presenza online delle prime 25 aziende vinicole italiane per fatturato (Frescobaldi, Zonin, Masi, Banfi, Antinori, Mezzacorona, Santa Margherita, La Vis, Ruffino, Cavit, Cevico), anche tra i big del vino si fa largo la metodologia inbound marketing, che si basa sulla creazione e la diffusione di contenuti utili per attirare potenziali clienti sul sito. La pubblicità tradizionale, infatti, interrompe il flusso comunicativo, mentre l’inbound marketing spinge a creare contenuti utili. Ecco perché è importante lavorare con il blogging, con il social media marketing e con la visual identity: per permettere all’azienda di farsi trovare attraverso contenuti utili sui motori di ricerca e sui social. Un messaggio che, in Italia, sembra sia arrivato solo in parte, con le aziende che devono ancora fare i conti con una continua digitalizzazione del mercato, puntando sulle strategie social, sul search marketing e sull’e-commerce.

Dalla ricerca, spiccano i temi del commercio online e della presenza di e-commerce dedicati al vino, da cui emerge una grande disattenzione dei brand italiani nei confronti del mercato online. Un dato su tutti: solo una piccola parte delle aziende (2 su 25) gestisce un e-commerce sul sito web. La maggior parte delle aziende vinicole preferisce sfruttare aggregatori e shop on-line di prodotti enograstronomici, forse nella convinzione che l’e-commerce sia una difficoltà in più da affrontare o una spesa troppo elevata da sostenere. E rimane il dubbio sull’efficacia dello strumento, e sul fatto che i clienti lo scelgano effettivamente come canale d’acquisto. Eppure, le abitudini degli italiani stanno cambiando, le persone acquistano sul web anche gli alimenti: considerando le vendite B2C da siti di aziende italiane e di filiali italiane di gruppi multinazionali, il fatturato del commercio online ha fatto registrare un +8% nel 2014 ed un valore di 24,2 miliardi di euro. In questo scenario, si inserisce l’importanza di un approccio mobile al commercio online: per i dati Fleishman Hillard l’incidenza delle vendite da smartphone e tablet ha raggiunto il 20% del totale e-commerce in Italia.

Un altro settore importante analizzato dalla ricerca riguarda l’approccio social delle aziende vitivinicole. Ne emerge che sulle 25 cantine prese in esame, 17 hanno un account Facebook, ma solo 13 hanno pubblicato un aggiornamento negli ultimi 7 giorni. Numeri bassi anche per i video: solo 3 delle 17 aziende con un canale Youtube hanno pubblicato un contenuto nell’ultimo mese. Su Twitter, invece, la situazione è più interessante: ci sono 12 aziende e 8 pubblicano notizie con una frequenza quotidiana. D’altro canto, però, il 52,9% delle aziende su Facebook aggiorna il proprio stato con cadenza settimanale, ed il 23,5% anche meno di una volta al mese. Su Youtube le cose vanno ancora peggio, con il 47,1% degli account aggiornati tra 1 e 6 mesi, ed il 35,2% a cadenza superiore ai 6 mesi, mentre, come detto, su Twitter il 58,3% dei profili aziendali è aggiornato in maniera quotidiana. “Tra i segnali positivi - commenta Alessandra Fremondi, senior consultant e responsabile dell’area Food & Beverage di Fleishman Hillard Italia - emerge il presidio del mobile e dei principali social Facebook e YouTube, quest’ultimo in crescita rispetto allo scorso anno del 13%”.

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