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La “carta di identità” di 51 vitigni italiani e il “passaporto genetico” di molti di loro: ecco “Vitigni Italiani - Loro caratterizzazione e valorizzazione”, libro-studio finanziato dalle Politiche Agricole domani alla Biblioteca “La Vigna” (Vicenza)

Italia
I vitigni italiani ed il loro passaporto genetico nel libro coordinato da Luigi Bavaresco

La “carta di identità” di 51 vitigni italiani tra i più importanti, con foto originali del grappolo e della figlia, dati sulla distribuzione geografica in Italia, il risequenziamento del Dna di alcuni di loro,per un vero e proprio “passaporto genetico” utile non solo alla protezione di vitigni e vini sul fronte commerciale, ma anche alla comprensione di tecniche mirate di allevamento e vinificazione per farli esprimere al meglio, guardando sia al risultato organolettico che alla resistenza alle malattie, alla capacità di adattarsi al cambiamento climatico e alla sostenibilità: ecco “Vitigni Italiani - Loro caratterizzazione e valorizzazione”, libro frutto di un progetto finanziato dalle Politiche Agricole e i cui lavori sono stati coordinati da Luigi Bavaresco, direttore del Cra-Centro di Ricerca per la Viticoltura di Conegliano e docente di viticoltura all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza. La presentazione domani, a Vincenza, alle ore 18, nella storica Biblioteca internazionale “La Vigna”.

“Da un punto di vista pratico - spiega il prof Bavaresco - questo progetto ha consentito di stilare un vero e proprio passaporto genetico dei principali vitigni autoctoni italiani, al fine di difendere e valorizzare il patrimonio viticolo nazionale che è alla base del successo commerciale dei nostri vini. Inoltre ci ha fornito preziose informazioni per indirizzare nel modo più opportuno la tecnica enologica ed esaltare al massimo le peculiarità organolettiche dei diversi vitigni , dando ai vini ottenuti una sempre più spiccata connotazione. Infine - conclude Bavaresco - i dati ora in possesso alla comunità scientifica permetteranno di rendere sempre più sostenibile la coltivazione della vite da ogni punto di vista”.
 
“Risparmio idrico, sostenibilità dei trattamenti, ottimizzazione del consumo del territorio - spiega una nota - sono solo alcuni degli aspetti sui quali si potrà agire grazie ai risultati di questa indagine, che per la  prima volta al mondo esamina il risequenziamento del Dna di un numero cospicuo di vitigni di origine italiana”.
 
Complessivamente, al gruppo di lavoro hanno partecipato 51 professionisti. Oltre a Luigi Bavaresco nel coordinamento del progetto e a Massimo Gardiman coautore del libro, le altre unità operative sono state guidate da Valeria Terzi del Cra-Centro di Ricerca per la genomica e la postgenomica animale e vegetale, Fiorenzuola d’Arda (Piacenza), Michele Morgante, dell'Istituto di Genomica Applicata - Iga di Udine), Enrico Pè, della Scuola Superiore di Studi S. Anna di Pisa, Simone Castellarin, dell'Università di Udine, Mario Pezzotti dell'Università di Verona, ed Attilio Scienza, dell'Università di Milano. 

Focus - Lo studio riportato nel volume “Vitigni Italiani - Loro caratterizzazione e valorizzazione”

1) - Una sorta di carta di identità dei 51 vitigni italiani, con foto originali del grappolo e della figlia, dati sulla distribuzione geografica in Italia, sulla loro futura importanza (sulla base della produzione di barbatelle innestate), una chiave per il loro riconoscimento e l’indicazione dei composti chimici salienti dell’uva alla raccolta per orientarne in maniera mirata la vinificazione; 
2) - La “Prima mondiale” del risequenziamento del Dna, un vero e proprio passaporto genetico di un numero cospicuo di vitigni. In altre parole si è decifrato l’alfabeto della vita di questi vitigni, scritto in un composto chimico (il Dna, presente in ogni cellula dell’organismo) che rappresenta la fonte originaria e primaria dei caratteri. Questo permetterà, al di la degli studi sull’origine dei vitigni e loro grado di parentela, di migliorarne aspetti qualitativi,  resistenza a malattie, adattamento al cambio climatico in programmi di miglioramento genetico (ottenimento di nuovi vitigni);
3) - Comprensione di come l’informazione genetica presente nel Dna si esprime nella fisiologia e morfologia della  pianta vera e propria. In altre parole come, dove e quando i geni (che sono pezzetti di Dna) intervengono nel programmare la vita della pianta intera; questo permetterà di gestire in modo mirato le tecniche colturali in vigneto, sulla base di indici genetici; 
4) Descrizione - in tre zone rappresentative del nostro paese -  di come l’ambiente di coltivazione (il terroir)  influenzi il gusto del vino a parità di vitigno, rendendo ragione del sistema normativo relativo alle Denominazioni di Origine;

5) L’approccio interdisciplinare allo studio dei vitigni con metodi innovativi e di alta tecnologia, frutto di competenze specifiche che pongono l’Italia ai vertici mondiali sul fronte scientifico.

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