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“Sauvignon Connection”: per Procura di Udine, ci sono elementi sufficienti per il rinvio a giudizio; per la difesa, da indiscrezioni, le analisi rendono insostenibile l’ipotesi investigativa. Udienza preliminare il 15 dicembre (fonte: “Il Piccolo”)

Tra smentite e conferme, continua la vicenda della “Sauvignon Connection”, che vede 17 cantine tra Udine e Gorizia, ma anche Abruzzo, indagate dalla Procura di Udine per la presunta contraffazione del vino con addittivi ed aromi chimici, ma non pericolosi per la salute, come specificato fin dall’inizio (i primi di settembre) dagli inquirenti (la figura intorno a cui ruota tutta l’inchiesta, coordinata dal pm Marco Panzeri, è il consulente Ramon Persello, ndr). Secondo il quotidiano “Il Piccolo” (http://goo.gl/bzMQux), è emersa un’indiscrezione da uno dei consulenti del pool di esperti nominati dall’avvocato Giuseppe Campeis per tutelare gli interessi della quasi totalità dei produttori: “nelle analisi chimiche fin qui condotte - ha affermato il professor Paolo Pascolo, scrive “Il Piccolo” - non sono stati trovati elementi in grado di sostenere l’ipotesi investigativa”.
Indiscrezione che sembra regalare serenità ai produttori e che rischia di sgonfiare il caso, anche se la Procura di Udine è di tutt’altro parere: “il procuratore capo Antonio De Nicolo - si legge - alla stampa ha evidenziato come l’indagine non sia ferma. “Riceviamo di continuo conferme sulla bontà della tesi accusatoria - ha detto - ciò che possediamo, in altre parole, basterebbe già di per sè, a nostro avviso, a sostenere l’accusa e a chiedere il rinvio a giudizio degli indagati””.
Se ne saprà di più, con qualche maggiore certezza, il 15 dicembre, quando accusa e difese si ritroveranno in aula davanti al giudice per le indagini preliminari al termine degli accertamenti in corso dal 14 ottobre nella forma dell’incidente probatorio.

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