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Uiv: la Cina torna a correre e l’Asia traina gli scambi enoici mondiali che, nel terzo trimestre 2015, crescono del 4%, a 4,1 miliardi di dollari. Male l’Europa (-17%), Usa e Canada sfruttano l’euro debole, in picchiata i prezzi medi (-7% sul 2014)

Gli scambi enoici mondiali, nel terzo trimestre 2015, virano al positivo, e a dare un contributo fondamentale è il continente asiatico, che in Cina ritrova una crescita forte e, insieme ad Hong Kong, Giappone e Corea del Sud, tocca quota 1,9 milioni di ettolitri, pari ad un +29% sullo stesso periodo del 2014, per un valore di 1,1 miliardi di dollari, cifra che non solo conferma l’andamento del secondo trimestre, ma che amplifica la crescita annuale di un ulteriore 4%, al +19%.
Grazie all’Asia, l’aggregato mondiale monitorato dall’Uiv - Unione Italiana Vini (www.uiv.it), sommatoria di Americhe, Asia ed Europa, vola a 8,8 milioni di ettolitri di vino importato (+4% sul 2014), per un valore balzato a 4,1 miliardi di dollari. Cifra che consente di invertire la tendenza negativa cumulata dalla fine del 2014, portando le lancette a -4% contro il -7% dei primi due quarti dell’anno. A fare da zavorra in maniera consistente è il continente europeo, dove la Russia, pur in miglioramento, avrà ancora bisogno di tempo per riequilibrare la situazione continentale, dove la stazionarietà di Germania e Uk non riesce a imprimere una svolta positiva: il totale cumulato a volume nel terzo trimestre è di 4,1 milioni di ettolitri, -5% sullo stesso periodo 2014, con valori di poco sopra il miliardo e mezzo di dollari, pari a ad un calo del 17%.
In America, dove Usa e Canada godono del rafforzamento delle rispettive valute sull’euro, il dato monetario a settembre mostra, ovviamente, il segno meno (-3%, a 1,5 miliardi di dollari), ma va inquadrato al netto del gioco dei cambi: tra luglio e settembre il dollaro Usa si è apprezzato del 16% sull’euro, il che porterebbe il saldo degli scambi a valore positivo. Sul fronte dei volumi, invece, il saldo è positivo: +4%, a 2,8 milioni di ettolitri tra Canada, Stati Uniti e Brasile.
L’ultima nota riguarda i prezzi medi: sul fronte asiatico, la maggiore crescita a volume è dettata da una generale limatura dei listini, in fase negativa dall’inizio dell’anno, e scesi per la prima volta sotto quota 6 dollari al litro. È qui che si innestano le dinamiche di acquisto cinesi, con il graduale riallineamento del dato giapponese, non più appesantito dal fardello yen. In fase di stabilità il continente americano, fisso a 5,51 dollari per litro da gennaio, mentre si assesta la caduta delle quotazioni pagate in Europa, che conferma i 3,70 dollari del secondo quarto dell’anno. In media, un litro di vino ha viaggiato per il mondo a 4,69 dollari, il 3% in meno sul trimestre precedente, addirittura il 7% in meno dello stesso periodo 2014.

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