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Il vino un bene culturale dell’Italia? “Assolutamente sì, è uno dei pezzi più importanti dell’identità e della riconoscibilità italiana nel mondo”. La risposta, a WineNews, arriva dal Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, Dario Franceschini

Italia
Il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, Dario Franceschini

Il vino è davvero un bene culturale dell’Italia? “Assolutamente sì”. La risposta, a WineNews, arriva dal Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, Dario Franceschini. “Occuparsi di patrimonio culturale - spiega Franceschini - vuol dire occuparsi di materiale ed immateriale, dell’arte, della cultura, della bellezza che è nei beni archeologici e monumentali, ma anche della bellezza che è in quei prodotti che sono frutto dello stesso sapere, ed il vino è uno dei pezzi fra i più importanti dell’identità e della riconoscibilità italiana nel mondo”.
Anche per questo, secondo il Ministro, hanno ragione quegli agricoltori che, di fatto, spesso sono custodi non solo dei territori ma anche di monumenti, dimore e opere d’arte di grande valore, che ora chiedono ufficialmente
(per voce di Confederazione Italiana Agricoltori - Cia, ndr) il riconoscimento ufficiale di questo ruolo, con tutto quello che ne conseguirebbe.
“Hanno ragione questi agricoltori - dice il Ministro - e il lavoro che faremo, e che stiamo già facendo, con la Fondazione Italiana Sommelier (il Ministro ha partecipato, sabato, a Roma, alla presentazione di Bibenda 2016 della Fondazione Italiana Sommelier, guidata da Franco Ricci, ndr), è proprio mirato a valorizzare questa Italia
che produce in modo colto, che ricerca la qualità e l’eccellenza. Ed è quello che ha fatto il vino italiano, che, partendo da una crisi, ha saputo riscattarsi. Ed il Paese deve riuscire a fare lo stesso percorso”.
Un Franceschini che si dice favorevole anche ad un più stretto rapporto tra privati, anche del wine & food, ed istituzioni per l’adozione di monumenti da rendere così più fruibili, in siti spesso, altrimenti destinati all’abbandono o all’inefficenza.
“Io vorrei che nei musei italiani, come succede nei grandi musei d’Europa - chiosa il Ministro - ci fosse una ristorazione che propone eccellenza e qualità, e non una ristorazione qualunque. Quello tra cibo e cultura è un collegamento molto forte, che va valorizzato, e sul quale noi stiamo già lavorando”.

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