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Vino & innovazione: il punto di vista di Michel Bettane sulla tecnologia al servizio dell’enologia e la nascita di iSommelier nelle parole del suo creatore, l’ingegnere cinese Eric Li, Ceo di una multinazionale da 5.000 dipendenti

Il mondo del vino, visto da Paesi come l’Italia e la Francia, è decisamente tradizionale, legato alla propria storia, e spesso restio all’innovazione. Il tappo a vite, ad esempio, come racconta a WineNews Michele Bettane, curatore della più prestigiosa guida ai vini di Francia “Bettane & Dessauve, “ha incontrato grandi resistenze all’inizio, specie tra i sommelier, convinti che avrebbe reso inutile il loro lavoro. In questo senso, una novità come l’iSommelier (www.ifavine.com) potrebbe provocare reazioni del genere, ma quella che ci troviamo di fronte è la risposta tecnologica ad una domanda di natura enologica, quella di aggiungere ossigeno al vino, non soltanto per permettergli di sviluppare i propri aromi, ma anche di renderli più piacevoli al palato, anche in termini di sensazioni tattili che il vino può dare, specie nel caso dei vini rossi, che hanno bisogno di ossigeno per presentarsi in maniera più morbida e piacevole. Dietro questa macchina - continua Bettane - c’è una conoscenza precisa, un’intelligenza tecnologica. È vero che il mondo del vino è tradizionale, conservatore, ma una macchina del genere non si sostituisce al lavoro del sommelier, piuttosto lo aiuto a farlo meglio, più velocemente, permettendo al cliente di avere il proprio vino scaraffato alla prima portata e non a metà della cena, liberando il sommelier da un peso - conclude il critico francese - e permettendogli di dedicarsi maggiormente al rapporto con il cliente. Spero che il mercato, compresi i consumatori privati, siano capaci di comprendere ed apprezzare un’innovazione del genere”.
La storia dell’iSommelier, del resto, è legata a doppio filo a quella del suo creatore, Eric Li, ingegnere cinese a capo di uno dei gruppi industriali più importanti al mondo nella produzione di elettrodomestici di alto livello, la Top Electric, che nel Paese conta 5.000 dipendenti divisi tra 6 stabilimenti. Un mondo ben lontano da quello del vino, ma “quattro anni fa - racconta Li - mi sono ritrovato a cena con un amico, a Guangzhou, un vero wine lover, ha ordinato una grande bottiglia e quando è arrivata a tavola mi ha detto: “Eric, se avessero decantato questo vino per qualche ora, adesso sarebbe stato perfetto”. Ecco, io - continua Li - non sapevo neanche cosa fosse un decanter, ma il giorno dopo avevo già messo su un team di ricerca per saperne di più, sulla decantazione, sull’ossigenazione e, ovviamente, sul vino, visitando un centinaio di grandi aziende, da Bordeaux alla Borgogna, dalla Napa Valley alla Rioja, fino in Italia (tra Toscana e Piemonte, compreso un nome illustre come Gaja, ndr). Dal nostro team di ricerca è emerso che il sapore del vino è influenzato da più fattori: non solo la temperatura, ma anche l’umidità, la pressione e la qualità dell’aria, per cui c’era ben poco da fare. È da qui che prende le mosse l’idea di i Sommelier - spiega l’ingegnere cinese - che, con un sistema combinato di tre filtri, separa l’ossigeno dal resto delle componenti dell’aria, rendendolo puro al 90%. Questa la base tecnica dello smart decanter che, come detto, permette di accorciare i tempi di ossigenazione del vino da qualche ora a pochi minuti, senza perdere nulla a livello alcolico ed aromatico. Una grande differenza con la decantazione tradizionale - aggiunge il Ceo di Top Electric - sta anche nel fatto che, così, non si ossigena direttamente solo la parte più superficiale, ma l’intera massa, e andando avanti con la ricerca abbiamo scoperto qualcos’altro: l’anidride solforosa, aggiunta per difendere il vino dai batteri, con l’iSommelier viene volatilizzata più velocemente, e questo è molto positivo per la salute dei wine lovers”.
Terminato il percorso di ricerca, dopo due anni di investimenti massicci, davanti alla strada di un’innovazione del genere si è presentato però un altro tipo di ostacolo: come fare a rendere l’iSommelier di semplice utilizzo per tutti? Problema non di poco conto, perché con tempi di decantazione così ristretti diventa fondamentale le precisione, e certo il consumatore medio non può sapere quale sia la tempistica giusta di ogni vino che apre. “Nel mondo sono milioni di consumatori e migliaia di aziende in continua evoluzione - racconta Li - ed è impossibile rendere tutto in una guida, o un libro. Ecco perché abbiamo deciso di puntare sull’incontro tra la tecnologia di internet, i big data e la cultura del vino, creando un database con i tempi di decantazione di tutti i vini del mondo, con i dati fornitici da aziende ed esperti, a cui gli utenti possono accedere con una semplice app, attraverso la quale inviare all’iSommelier, via wi-fi o bluetooth, le informazioni per iniziare il programma di decantazione. Dall’altra parte, si crea un archivio di informazioni utilissimo per le aziende - rivela Li - che così possono sapere quando e dove viene aperta una loro bottiglia, avendo così un bell’aiuto nelle analisi dei consumi nei differenti mercati del mondo. Inoltre - continua l’ingegnere cinese - attraverso i feedback dei consumatori puntiamo a creare il più grande social del vino al mondo, legato all’app iFavine, che sia completo nelle informazioni sui vini e basato qu un flusso di informazioni che comprenda sia chi produce che chi ama il vino”.
Ma quali sono le prospettive di mercato dell’iSommelier, che si trova, per forza di cose, a confrontarsi con un segmento tutto nuovo, senza precedenti? “Il nostro target - spiega Eric Li - è rappresentato da cantine, distributori, importatori, hotel, ristoranti di medio e alto livello, suite degli hotel di lusso, navi da crociera e la fascia alta dei consumatori di vino. E la nostra prospettiva di mercato più conservativa, per i prossimi anni, è quella di arrivare a vendere 10 milioni di iSommelier, ma il mercato, secondo noi, è pronto ad accoglierne molti di più, direi 40-50 milioni di pezzi. Anche nella prospettiva “peggiore”, se ogni unità, nell’arco di quattro anni, entra in contatto con 100 diversi consumatori, avremo un miliardo di utenti connessi tra di loro e con le aziende, un enorme social media del vino”.

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