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La tecnologia applicata al vino, dove l’Italia è leader al mondo, al centro di Simei, di scena dal 3 al 6 novembre a Milano by Unione Italiana Vini. Tra sostenibilità e qualità, analisi sensoriale e mercato, innovazione, biologico e tanto altro

Nel mondo del vino, se l’Italia si gioca il primato qualitativo e quantitativo della produzione enoica con la Francia, nel settore della tecnologia in vigna in cantina è la leader assoluta a livello mondiale. Con diverse stime che sostengono che in una cantina su due, nel mondo, c’è qualcosa di made in Italy, che si parli di botti, bottiglie, macchinari per l’imbottigliamento e la vinificazione e cosi via. Con il solo export di settore che vale oltre 2,3 miliardi di euro all’anno (dato 2013). Un mondo di imprese e di innovazioni che sarà sotto ai riflettori a Simei, il Salone Internazionale Macchine per Enologia e Imbottigliamento, organizzato da Unione Italiana Vini, di scena dal 3 al 6 novembre a Milano Rho (www.simei.it), la più importante kermesse di settore, da quest’anno con una più spiccata vocazione internazinale grazie all’accordo firmato con Drinktec, la più importante kermesse mondiale sulle tecnologie delle bevande e del “liquid food” (www.drinktec.com), di scena a Monaco di Baviera (con le due fiere che avranno l’una spazio dentro l’altra e si alterneranno di location tra Italia e Germania, ndr).
Al centro dell’attenzione le ultime innovazioni tecnologiche per vigna e cantina, il grande tema della chiusure per il vino, dal sughero con le sue evoluzioni alla sempre più forte concorenza dei tappi alternativi, le curiosità per l’affinamento del vino, con materiali come il vetroceramica o il coccio pesto,il mercato, ma anche congressi internazionali con i maggiori esponeti della ricerca scientifica e dell’Università. Come “Sustainable viticulture as a tribute to wine quality”, il 3 novembre, dalle ore 14, con alcuni dei massimi esperti in materia, come, tra gli altri, Ettore Capri (Centro di ricerca sullo sviluppo sostenibile - Opera, Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza), Osvaldo Failla (Dipartimento Scienze agrarie e ambientali, Università degli Studi Milano), Philip Manson (General Manager Sustainability della New Zealand Winegrowers), Allison Jordan (Executive Director della California Sustainable Winegrowing Alliance), per fare il punto della situazione su quanto sta accadendo, nel mondo, sul tema della sostenibilità come via imprescindibile per la qualità della produzione vinicola.
Il 4 novembre, invece, sarà di scena “Discovery the sensory Factors”, convegno che ha un obiettivo decisamente ambizioso: dimostrare valore scientifico dell’analisi sensoriale come strumento di misurazione della qualità di un vino e il rigore dei suoi risultati, oggettivi e quantificabili, per arrivare alla codificazione di un linguaggio universale con scale di misura condivise, da molti ritenuto un passo necessario per il mercato. A discuterne nomi del calibro di Anita Oberholser e Hildegarde Heymann (Department of Viticulture and Enology dell’Università di Davis in California),Ulrich Fisher (Center for Wine Research DLR Rheinpfalz di Neustadt, in Germania), John Thorngate (Director Sensory Department di Constellation Brands) e Jennifer Jo Wiseman (vicepresidente Consumer and Product Insights di E. & J. Gallo Winery). Due eventi clou, patrocinati da realtà come Oiv (Organisation internationale de la vigne et du vin), Ceev (Comité Européen des Entreprises Vins) e Fivs (Fédération Internationale des Vins et Spiriteux). “La scelta del tema della sostenibilità è per proseguire nel cammino iniziato con un grande cogresso mondiale di due anni fa - spiega a WineNews il presidente di Unione Italiana Vini, Domenico Zonin - dove abbiamo iniziato a fare il punto sulle tante inziative che ci sono nel mondo in questo senso, per individuare protocolli il più possibile simili in modo da fare chiarezza sia per le aziende che per i consumatori. Riscontrando, peraltro, che le posizioni non sono poi così distanti tra i diversi player, e questo è un secondo step in questa direzione. Il tema dell’analisi sensoriale, invece, è nuovo, e quello che ci stimola è la possibilità di arrivare ad un modello di analisi scientifico, non solo legato alle tante sensibilità dei singoli degustatori, che può essere davvero utile per la valutazione qualitativa, oggettiva, dei prodotti.
Ma questa edizione è anche quella che segna il debutto della partnership con Drinktec e la Fiera di Monaco, ed è molto importante - sottoliena Zonin - perché ormai le aziende italiane, anche nella tecnologia di vigna e cantina, realizzano all’export il 50% del loro fatturato. E questo accordo faciliterà le nostre imprese, non solo per la partecipazione agli eventi in Germania, dove la fiera fa il 70% di visitatori dall’estero, ma anche grazie al supporto e alle attività della Fiera di Monaco in paesi come Cina, India, Africa, Sudamerica e così via”. Ma a Simei, tanti saranno i momenti e gli argomenti di approfondimento, con workshop, sessioni d’analisi sensoriale e degustazioni presso i Sensory Bar.
Il 3 novembre, per esempio, ci sarà “Il vino bio conquista i mercati. Strumenti, conoscenze ed esperienze”, promosso da Valoritalia, ente che certifica ogni anno il 70% dei vin italiani Dop e Igp, per oltre 1,6 miliardi di bottiglie, ma anche un aprofondimento su Tergeo, progetto di Unione Italiana vini nato quattro anni fa per divulgare tecnologie innovative e diffondere sistemi di sostenibilità in vigneto e in cantina, a cui hanno già aderito 280 aziende. Il 4 novembre, invece, da segnalare il focus su “Le innovazioni in viticoltura: i vigneti resistenti ed i portainnesti M” con Vivai Rauscedo, e il workshop sui tappi a vite per il vino promosso da Guala Closures, con i trend di mercato e le preferenze dei consumatori.  Il 5 novembre, invece, si parlerà di “Biotecnologie e salubrità, sostenibilità, territorialità e qualità sensoriale” con un occhio alle esigenze del consumatore di oggi, ma anche di “Vino e sicurezza”, ma anche dei tappi più diffusi nel mondo del vino, quelli in sughero, con la presentazione della “Cork Я-Evolution” del leader Amorim. Tema, quello dei tappi di sughero, al centro dell’attenzione anche il 6 novembre, nel workshop “Impatto delle chiusure sulla conservazione del vino. Sughero: quali controllabili e quali aspetti incontrollabili”, ma nello stesso giorno si parletà anche di “Gestione della vendemmia” e di “Gestione Finanziaria”. E poi tanti appuntamenti dedicanti anche a olio e birra, da quest’anno co-protagonisti di Simei, ma anche il debutto di “Enovitis Business” (www.enovitis.it), format ideato da Unione Italiana Vini in collaborazione con VeronaFiere, spazio di networking ed incontri business to business, i “Caffè Scientifico-Letterari” de “Il Corriere Vinicolo”, dibattiti e approfondimenti su temi come l’etichettatura, la gestione degli scarti di produzione e così via.
Da non dimenticare, il 4 novembre, l’Innovation Challenge “Lucio Mastroberardino”, premio istituito da Unione Italiana Vini per offrire un riconoscimento ufficiale alle innovazioni presentate a Simei (tra cui spiccano ben tre premi per Nomacorc, azienda leader al mondo nel settore dei tappi sintetici).

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