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Un miliardo di bottiglie entro il 2030: il “miracolo” del Prosecco è più grande del previsto e la profezia fatta da Gianluca Bisol nel 2011 deve essere aggiornata e anticipata di 5 anni. Lo ha detto lui stesso a Expo sulle celebri bollicine

Un miliardo di bottiglie entro il 2030. Il “miracolo” del Prosecco è più grande del previsto e la profezia, fatta da Gianluca Bisol nel 2011 al Wine Future di Hong Kong (dove era presente come unico italiano assieme ad Angelo Gaja), deve essere aggiornata e anticipata di cinque anni. Se la storia andrà come è stato per il sorpasso sullo Champagne, avvenuto nel 2013 e con sette anni di anticipo sulle previsioni sempre fatte da Bisol, c’è da credergli. “Oggi sono convinto che il target sarà raggiunto prima, nel 2030”, ha detto all’evento “Sostenibilità della crescita del Prosecco” di scena oggi all’Expo a Milano, al The Waterstone by Intesa Sanpaolo. Relatore era, appunto, Gianluca Bisol, presidente e ad della storica cantina di Valdobbiadene, che è stato testimone dell’incredibile crescita sui mercati mondiali delle celebri bollicine italiane. Ma non solo. Oltre alla produzione, aumenterà - e questo a brevissimo - anche il prezzo. Oggi il prezzo di un Prosecco Doc è di 4,5 euro a bottiglia. Secondo Bisol, si andrà sopra 5 euro già da questo Natale.

La domanda non si ferma. E, per ora, il numero di bottiglie non può crescere più di tanto, perché gli ettari coltivati a Glera (il vitigno alla base del Prosecco) sono limitati. Il Prosecco viene prodotto in nove Province tra il Veneto e il Friuli Venezia Giulia. Nel complesso, considerando tutti e tre i Consorzi, esistono 28.000 ettari. La vendemmia di quest’anno ha garantito una disponibilità di prodotto che potrebbe far superare 450 milioni di bottiglie.

La sostenibilità economica del Prosecco c’è anche visto l’obiettivo di un miliardo di bottiglie? “Ci vogliono 60.000 ettari per arrivare a un miliardi di bottiglie e sono numeri sostenibili - assicura Bisol - la superficie vitata in Italia e di 690.000 ettari e gli attuali 28.000 ettari di Prosecco occupano soltanto il 3,2% della superficie agricola utilizzabile delle nove Province. Adesso c’è il numero chiuso - dice Bisol - ma i Consorzi stanno prendendo in considerazione nei prossimi anni di aprire all’ampliamento della zona Doc, perché la domanda sul mercato mondiale continua a crescere e crea tensioni sul prezzo dell’uva e del vino. I prezzi del Prosecco hanno raggiunto record storici: l’uva base è arrivata a 1,2 euro al kg, su 0,6 euro di 5 anni fa e il Docg ha punte di 1,7 euro al kg”. Ora i Consorzi sono prudenti, per preservare la qualità e per evitare di ridurre la redditività dei viticoltori. Ma la produzione - vista la richiesta - è destinata ad aumentare.

Il punto di svolta è stato sei anni fa. “Con il riconoscimento nel 2009 della Docg per le due zone storiche (Conegliano-Valdobbiadene e Asolo) e della Doc Prosecco per 650 Comuni del Veneto e del Friuli è stata disegnata una chiara classificazione della qualità, ma anche una blindatura del territorio - dice Bisol - la Docg ha chiuso il recinto dell’espansione incontrollata: c’era chi stava sperimentando la Glera in altri territori e addirittura all’estero”.

Quindi, oggi la produzione non si può espandere più di tanto. Ma a quanto ammonta? Nel 2014, sono state prodotte 306 milioni di bottiglie di Prosecco Doc per un totale di 1,3 miliardi di euro, 79 milioni di bottiglie di Conegliano Valdobbiadene Superiore Docg per 515 milioni e 2,9 milioni di Asolo Prosecco Superiore Docg per 15 milioni. In totale, la produzione è di circa 380 milioni di bottiglie. Ma già l’anno prima, nel 2013, la produzione di Prosecco aveva superato quella dello Champagne, fermo a 320 milioni di bottiglie nel 2013 e a 307 milioni di bottiglie l’anno scorso (anche se il fatturato è di 4,5 miliardi).

Nel 2014 Bisol ha avuto un fatturato di 17,8 milioni, ma con l’entrata di Lunelli (cantine Ferrari) nel capitale (con il 50%) avvenuta ad aprile 2014 sono state gettate le basi per una crescita ulteriore. Oggi Bisol esporta in 69 Paesi, ma saranno presto superati i 70 con la crescita in America Latina. Il Gruppo vale l’1% della produzione di Prosecco e punta ad arrivare all’1,5%.

Una crescita che sarà sostenibile anche a livello ambientale, attraverso una viticoltura integrata. Un obiettivo, per il quale occorrerà investire nella scienza e scommettere sull’innovazione e su nuovi vitigni resistenti alle malattie e nuovi portainnesti.

Fausta Chiesa

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