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Psr, l’Italia rischia di perdere 1,2 miliardi della programmazione 2007-2013, e poche Regioni hanno pubblicato i bandi 2014-2020 dai, quali, spesso manca ancora la voce promozione. Mazzoni (Imt Marche): “siamo preoccupati, così difficile programmare”

Italia
La promozione del vino italiano in Ue si complica per i ritardi sui Psr 2014 - 2020

I Psr, i piani di sviluppo rurale, sono una risorsa preziosa per l’agricoltura italiana. Però, come spesso accade, mentre da un lato ci si lamenta per la mancanza di fondi, dall’altro non si riesce a spendere quelli disponibili, al punto che, secondo l’ultimo report sul tema di Rete Rurale Nazionale (www.reterurale.it), sui dati di agosto 2015 (http://goo.gl/ox92AQ), ci sono ancora 1,2 miliardi di euro dei Psr 2007-2013 (su un totale di 8,9) da spendere e che, se non si riuscirà a farlo entro il 31 dicembre 2015, rischiano di andare automaticamente perduti. Un problema che, con qualche differenza, riguarda tutte le Regioni e Province Autonome, nessuna esclusa.
Ma c’è forte preoccupazione anche sul fronte della nuova programmazione 2014-2020, perché secondo il portale della Rete (i cui soggetti attuatori sono Ministero delle Politiche Agricole, Inea, Ismea e Sin), sono poche le Regioni che hanno già approvato il loro Psr (18,6 miliardi le risorse Ue complessive) e pubblicato i relativi bandi (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Molise, Sardegna, Toscana, Trento, Umbria, Veneto e la Provincia Autonoma di Bolzano, http://goo.gl/yFVzmP). E, come se non bastasse, anche in alcune di queste regioni mancano bandi specifici per accedere alle risorse destinate alla voce promozione, sempre più importante per un Italia la cui agricoltura cresce e prospera soprattutto grazie all’export, e che vede nell’area Ue, per altro, il partner più importante al mondo.
Discorso che vale anche per il vino, settore portante del nostro export. E se extra Ue, per il mondo di Bacco, a sostegno delle imprese ci sono i fondi Ocm (e anche su questo fronte non manca qualche problema), su mercati Europei, non meno importanti (basti pensare alla Germania, al Regno Unito e al peso crescente di Paesi del Nord Europa), il ritardato accesso ai fondi Psr rappresenta un problema serio per le imprese del vino e per i consorzi che si occupano di promozione, soprattutto sul fronte fondamentale della partecipazione alle fiere più vicine come Prowein a Dusseldorf (13-15 marzo, www.prowein.com) e Vinitaly (10-16 aprile 2016, www.vinitaly.com).
A sollevare il problema, tra gli altri, forte dei risultati e degli investimenti realizzati negli ultimi anni, è l’Istituto Marchigiano Tutela Vini (www.imtdoc.it), diretto da Alberto Mazzoni, che, a WineNews, spiega: “siamo preoccupati, perché questo ritardo complica non poco la programmazione dell’attività promozionale per il comparto vino. La partecipazione ad eventi e fiere va pianificata con largo anticipo, e peraltro per accedervi a tariffe più vantaggiose per le imprese gli enti che le organizzano richiedono il pagamento con un largo anticipo. Chiaro che, in questo caso, per non perdere queste occasioni, chi potrà dovrà, in sostanza, anticipare il totale, e non solo la parte in carico alle singole imprese o consorzi, visto che in ogni caso sempre di cofinanziamenti si parla. Così diventa tutto molto più complicato. Ad oggi, ad esempio, l’Istituto Marchigiano Tutela Vini e i suoi produttori - che rappresentano, secondo Nomisma, l’82% dell’export enologico complessivo delle Marche - non hanno contezza sui tempi di pubblicazione di un bando fondamentale per gli obiettivi di un settore che punta ad accrescere la propria internazionalizzazione”.
Ed è un peccato, per le Marche, e per tutte le Regioni nelle stesse condizioni, perché i risultati alle esportazioni dei vini del Belpaese, sempre in crescita negli ultimi anni, dicono di quanto sia importante la spesa promozionale.
Il caso marchigiano, tra gli altri, lo dimostra chiaramente: grazie ai fondi Psr Marche Misura 1.3.3 (2007-2013), l’Istituto, che, con 196.230 ettolitri rappresenta il 71% del vino Dop imbottigliato delle Marche nel 2014 (sui 275.825 totali, dati Valoritalia), ha investito, dal 2010 al 2015, più di 7 milioni di euro in attività promozionali in Italia e in Europa, di cui 2,1 milioni a carico dei produttori e oltre 4,9 milioni di contributo complessivo. “È significativo ricordare - ha aggiunto Mazzoni - che, a fronte di 3 milioni di euro di contributo iniziale, l’Istituto Marchigiano Tutela Vini è riuscita ad ottimizzare le risorse regionali, spendendo anche 1,9 milioni di fondi non utilizzati da altre filiere”. Una capacità di spesa del Consorzio che, nel 2015, si è tradotta in più di 12,3 milioni di investimenti totali (di cui più di 6,3 milioni a carico dei soci), se si contano anche le risorse dell’Ocm Vino.

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