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Il Canada del vino diviso tra i giovani meno esperti della “Generation Treaters” ed i più navigati “Adventurous Connoisseurs” nell’ultimo report di Wine Intelligence. Su un mercato che, per l’Italia, vale oltre 400 milioni di dollari

Spesso fuori dalla luce dei riflettori perché oscurato dalla solidità di Usa, Germania e Uk, ma anche dalla sirene di Cina e Russia, il mercato del vino del Canada, per l’Italia, che nel Paese è tra i leader in volume e valore, è uno di quelli da non sottovalutare. Non solo perché per le nostre cantine vale oltre 70 milioni di litri e sui 400 milioni di dollari, ma anche perché il prezzo medio dei nostri vini che arrivano nel Paese nordamericano è tra i più alti in assoluto: 4,21 euro al litro, su una media di 3,24 (dato Asseonologi).
Ed è un mercato da osservare bene perché ha ottime prospettive future, soprattutto grazie ad una nuova generazione di appassionati che promette una crescita importante. Emerge dal “Canada Portraits 2015 Report” di Wine Intelligence, secondo cui quella su cui puntare per il futuro è la “Generation Treaters”, una nuova fascia di giovanissimi e non solo (un mix di Millenials e X Generation) che, se da un lato, è molto coinvolta nel rito del bere vino, e si dice pronta anche a spendere qualche dollaro in più per una bottiglia, di contro non ha la conoscenza del panorama vinicolo degli appassionati più “anziani”, e tende ad affidarsi al giudizio di terze parti (critica, web e così via) per avere un supporto sulle proprie decisioni di acquisto. Si parla del 10% dei consumatori di vino in Canada, 1,6 milioni di persone, la cui spesa per il vino però è 3 volte superiore al resto dei bevitori canadesi.
All’estremo opposto, ma non meno importanti, ci sono gli “Adventurous Connoisseurs”, persone più avanti con l’età, ma per cui il vino nella vita di tutti i giorni è importante, e anche se sono appena il 7% dei consumatori di vino, sono guardati spesso come modello, considerati come esperti.

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