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Montalcino e il Chianti, poi Umbria, Franciacorta e Valpolicella: ecco dove il mattone, grazie al prestigio del vino e al valore dei terreni, vale di più. A dirlo una ricerca del portale specializzato Idealista.it, in collaborazione con WineNews

Italia
Montalcino uno dei territori dove il mattone vale di più anche grazie al vino secondo una ricerca di Idealista.it

Che paesaggi e territori influiscano sul valore degli immobili non è una novità. Certo è che il vino, con il suo prestigio, e il valore dei suoi vigneti che cresce, almeno nelle zone più prestigiose, sembra avere un effetto diretto interessante, come racconta una ricerca del portale specializzato nel mercato immobiliare www.idealista.it che, in collaborazione con WineNews, ha stilato la classifica italiana delle case con vigneto. Da cui emerge che casali toscani e umbri sono i più blasonati e anche i più costosi: il prezzo dei casali nel Senese (Chianti e Montalcino) è in media di 3.154 euro al metro quadro, cifra che può variare anche di molto a seconda della tipologia di fabbricato ad uso in parte abitativo (castello, villa padronale, casale rustico).
Per la metratura si parte dai 300 metri a salire, una costante che riguarda tutte le proprietà agricole dell’Italia enoica, i cui valori di mercato scendono raramente sotto il milione di euro. Segue il Chianti delle colline fiorentine, con una media di 2.755 euro al metro quadro, le colline umbre (2.024 euro) e il Chianti aretino (1.803). Poi vengono la Lombardia, con il Franciacorta (1.609), il veneto con la zona del Valpolicella (1.508), l’Etna, con una media di 1.404 euro, e le Langhe con 1.381 euro al metro quadro.
Secondo Vincenzo De Tommaso, responsabile ufficio studi di Idealista.it, “dopo l’ondata di investitori stranieri, gli italiani sono tornati protagonisti: i passaggi di proprietà tra aziende vitivinicole sono sempre più appannaggio di imprenditori già presenti nel mondo del vino, anche se le eccezioni non mancano. Da non dimenticare che il successo di questo ritorno alla campagna è in parte strumentale all’attività dell’azienda vinicola, in parte alla tenuta del valore dell’investimento nel tempo, oltre all’integrazione con l’attività turistico-ricettiva (agrituristico), in grado di generare ulteriore reddito”.

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