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I vini da vitigni autoctoni italiani conquistano il mondo. Anche quelli prodotti oltreconfine: il 29 settembre a Londra c’è “21st Century Vino London - Italian Grape Varieties in Australia”, by Walter Speller, Jane Faulkner, Kim e Tennille Chalmers

Italia
Walter Speller

Con le loro migrazioni, soprattutto nelle metà del 1900, gli italiani hanno portato la viticoltura in diverse zone del mondo, contribuendo in maniera concreta alla nascita di veri e propri distretti vinicoli dal Sudamerica agli Stati Uniti, fino all’Australia. Portando con sé competenze, tradizioni, e anche vitigni. Che, in tempi recenti, qualcuno ha deciso di valorizzare al punto da diventare un vero e proprio movimento. Che sarà al centro dell’appuntamento del 29 settembre a Londra con “21st Century Vino London - Italian Grape Varieties in Australia” (www.21stcenturyvino.com), progetto che nasce dalla collaborazione tra il celebre wine writer Walter Speller, storico collaboratore di Jancis Robinson, con la collega australiana Jane Faulkner, e Kim e Tennille Chalmers “la forza motrice dietro l’importazione e la diffusione delle varietà italiane in Australia”.
Una giornata di scena nella “House Australia”, dedicata ai vini da vitigni autoctoni italiani ma made in Australia, con degustazioni e seminari sulla storia dell’arrivo delle uve tricolore nella terra dei canguri, con gli stessi Speller e Robinson, e i produttori come Joel Pizzini (Pizzini), Mark Lloyd (Coriole), Sue Bell (Bellwether), Corrina Wright (Oliver’s Taranga), Kim e Tennille Chalmers (Chalmers), Michael Dal Zotto (Dal Zotto), Matt Gant (First Drop), Ray Nadeson (Lethbridge) e Briony Hoare (Beach Road), che illustreranno i loro vini ottenuti da Fiano, Vermentino, Sangiovese, Nebbiolo, Sagrantino, Montepulciano, Teroldego, Aglianico, Lambrusco, Nero d’Avola, Negroamaro e tante altre.

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