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Il Brunello di Montalcino e il “rivale” Sauternes: ecco i “cavalieri in bottiglia” che hanno avuto la meglio per giuria & pubblico nella “disfida di Barletta”, primo “Wine Challenge” tra vini italiani e francesi. Il più votato dai fans? Nero di Troia

Il Brunello di Montalcino ed il “rivale” Sauternes: ecco i “cavalieri in bottiglia” che hanno avuto la meglio nella “Disfida di Barletta”, il primo “Wine Challenge” tra etichette italiane e francesi, un nuovo format ideato da Stefano Remigi per promuover la conoscenza e la cultura del vino, di scena il 2 settembre, nel Castello di Barletta in Puglia. E se a trionfare è stato senz’altro il vino, declinato in 26 modi diversi ovvero 13 grandi vini italiani, capitanati dall’attore francese Philippe Leroy, a confronto con altrettanti grandi vini francesi, guidati invece dal “collega” italiano Giancarlo Giannini, tutti scelti dall’enologo presidente di giuria, il winemaker Roberto Cipresso, il “vincitore” della “disfida” è stato il Brunello mettendo d’accordo la giuria ed il pubblico selezionatissimo che ha partecipato al “Wine Challenge”. Il più votato dei vini francesi è stato, invece, il Sauternes, mentre il più apprezzato dal pubblico è stato il Nero di Troia, il vitigno dal quale è partito l’evento.
“Nel film di Pasquale Festa Campanile “Il soldato di ventura” - ha detto Philippe Leroy, capitano della squadra di vini francesi e Guy de La Motte, capitano dei cavalieri francesi ai tempi della Disfida nella pellicola - i francesi avevano perso ed anche stavolta è arrivata, seppur di pochissimo, una nuova sconfitta ma la vera vincitrice è stata la serata condotta dal Nero di Troia anfitrione di questa meravigliosa manifestazione”. Ma tanti sono stati i testimonial d’eccezione, dallo chef Carlo Cracco al conduttore radio e tv Federico Quaranta, dalle attrici Corinne Cléry, Francesca Cavallin e Rosanna Banfi all’attrice conduttrice e annunciatrice tv Giorgia Wurth, dalla modella showgirl e blogger Federica Fontana alle attrici Anna Safroncik e Veronika Logan e la pr Ilaria de Grenet.
“Vogliamo portare ancora avanti l’azione di promozione del Nero di Troia - ha detto Francesco Fumarulo, presidente dell’Associazione Filiera Vitivinicola e presidente delle Cantine della Bardulia, capofila del progetto - il lavoro nelle vigne è ormai eccellente, la tecnica in cantina oggi ce l’abbiamo, va ancor più stimolata una maggiore conoscenza delle varie sfaccettature di questo grande vitigno autoctono da parte dei consumatori. Occorre riuscire a vendere di più e con una identità chiara, l’eno-appassionato deve scegliere il Nero di Troia e non solo Puglia”.
Ci sarà il “Wine Challenge” n. 2 a Barletta? “Le aziende produttrici di Nero di Troia che ci hanno contattato per partecipare sono tante, sarebbe bello allargare - risponde Stefano Remigi, consulente e marketing manager, specializzato in progetti per l’internazionalizzazione - ad altri partecipanti facendo una sorta di “campionato” interno per poi partecipare al Wine Challenge Internazionale”.
I numeri parlano chiaro, ha evidenziato Massimiliano Apollonio, presidente di Assoenologi Puglia, Basilicata e Calabria: in Puglia ci sono oltre 12.000 ettari vitati di Negroamaro e altrettanto di Primitivo, 2.100 di Nero di Troia e tante potenzialità che ancora vanno sviluppate.
L’antico Castello di Barletta ha fatto da sfondo alla degustazione con la cucina, in perfetto abbinamento, curata dallo chef Peppe Zullo. “Questo evento ha sintetizzato l’ampio Progetto Integrato di Filiera denominato Filiera Vitivinicola Pugliese del Nero di Troia, finanziato dalla Regione Puglia con i fondi del PSR 2007-2013”, ha ricordato Manlio Cassandro della Cassandro srl di Barletta che ha redatto il progetto, raccontato in un corto dedicato al territorio del Nero di Troia, on line in italiano e inglese.
Info: www.uvaditroia.it - www.ladisfida.it - www.thewinechallenge.it - www.nerodisera-ladisfida.com

Focus - Il Nero di Troia, da grande assente, come spesso è proprio a tavola nelle zone di sua produzione, a cavallo di battaglia del suo territorio
C’è un file rouge che lega il foggiano e il nord barese, collegandolo al mondo gourmet: si chiama Nero di Troia. E, all’indomani del “Wine Challenge” di Barletta, l’attenzione su questo vitigno continua a intensificarsi. Da grande assente, come spesso è proprio a tavola nelle zone di sua produzione, ora potrebbe diventare uno dei cavalli di battaglia di un territorio - quello del Tavoliere e della Murgia del nord barese - ricchissimo da un punto di vista enogastronomico. Il vino più votato dalla giuria non tecnica, a Barletta, è stato proprio il Nero di Troia. Ma in che vini Doc e Igt si trovare il Nero di Troia? È il vitigno le cui uve si utilizzano nel Cacc’e Mmitte di Lucera Doc dal 1975, Castel del Monte Doc dal 1971, Ortanova Doc dal 1984, Rosso Barletta dal 1977, Rosso Barletta dal 1977, Rosso di Cerignola Doc dal 1974, Tavoliere delle Puglie Doc dal 2011. Dal 1995 il vitigno è impiegato anche per la produzione del vino Igt Daunia e Igt Puglia.
“Autoctono, antichissimo e ancora da valorizzare come meriterebbe - sottolinea il presidente dell’Ais-Associazione italiana sommelier Puglia Vito Sante Cecere che ha coordinato la squadra di sommelier del “Wine Challenge” - le sue origini si perdono nei millenni. Potrebbe essere originario dell’Asia Minore (Troia) e giunto in Puglia durante la colonizzazione ellenica, oppure il suo nome potrebbe derivare dal Paese in provincia di Foggia (Troia) o dalla città albanese di Cruja, vernacolizzato in Troia. Proprio per questo vitigno, come già fatto per il Primitivo e il Negroamaro, stiamo preparando - edito da Ais Puglia e scritto da Giuseppe Baldassare - un libro che svelerà i segreti del Nero di Troia, che presenteremo al Vinitaly 2016. “Dei tre vitigni rossi principali di Puglia, il Nero è quello con la maggiore importanza tannica e che lo rende più longevo”.

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