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Un guasto al condizionatore, e una cantina da 200.000 sterline è in fumo: è successo all’australiano Spero Raptis. Per l’American International Group acqua, guasti all’impianto elettrico, furti, terremoti e rotture i rischi top per i collezionisti

Immaginate di avere messo da parte, nella vostra vita, una collezione di vino da oltre 200.000 sterline di valore, di tenerla al riparo in una cantina adeguatamente climatizzata e poi scoprire, ad un tratto, che per un guasto al condizionatore, o per la negligenza di un tecnico che lo ha lasciato impropriamente acceso nella notte, buona parte del vino si è rovinato e quindi, oltre a non poterlo bere, avete perso anche un sacco di soldi.

È quello che è successo al dottor Spero Raptis, chirurgo australiano che ha fatto causa alla società che si occupa dei condizionatori, colpevole, secondo Raptis, di non essere intervenuta bene e tempestivamente dopo la segnalazione dell’aumento di temperatura ed umidità nella cantina.
Secondo Ruptis, il mal funzionamento avrebbe fatto perdere il 75% del valore della sua collezione, oltre 1.250 bottiglie tra cui grandi nomi di Champagne e Borgogna, e 86 bottiglie di uno dei vini australiani più celebri al mondo, il Grange di Penfold’s.

La notizia sta facendo il giro del mondo, eppure, il dottor Spero non è il solo che ha visto il valore della sua collezione enoica "crollare" di colpo, e non certo per ragioni di mercato.
Secondo uno studio della compagni assicurativa American International Group, infatti, a danneggiare collezionisti ed investitori sono spesso incidenti “fisici”, piuttosto che contrattazioni sul mercato, mode o aste che fanno oscillare i prezzi dei vini.

Ed in particolare, dal 2004 al 2014, i clienti della compagnia, tra i sinistri subiti dalle loro cantine, hanno segnalato soprattutto danni dovuti all’acqua (inondazioni o rotture di impianti), nel 26% dei casi, guasti all’impianto elettrico (25%), furti (21%), e poi disastri naturali come i terremoti (18%) e rotture accidentali di bottiglie (10%).

E nell’occasione la Aig ha anche stilato un “breviario” per collezionisti: evitare di costruire cantine vicino ad attività come lavanderie o luoghi in cui, in generale, passano complessi impianti idraulici, ma anche in posti particolarmente soggetti a vibrazioni; tenere il vino sollevato da terra, in modo da limitare danni dovuti ad allagamenti; non tenere materiale chimico o particolarmente odoroso vicino ai vini e, ovviamente, cercare luoghi riparati dalla luce del sole o da fonti di calore.
E, ancora, soprattutto in zone soggette a terremoti, assicurare le scaffalature alle pareti con strumenti antisismici, evitando di andare troppo in altezza.

Ovviamente, poi, è utile dotare la cantina di strumenti che controllino il tasso di umidità e le temperatura, tenere sempre pezzi di scorta per far fronte a malfunzionamenti improvvisi dell’impianto e, possibilmente, dotare la cantina di un gruppo di continuità in grado di garantire energia elettrica in caso di problemi alla rete.

Tenendo sempre a mente che, una bottiglia di vino, per quanto rara e pregiata sia, è un oggetto delicatissimo, e basta un niente per vederla andare perduta, senza la possibilità di rivenderla o berla ...

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