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La maison Louis Roederer ora ha il suo proprio vivaio, capace di garantire l’autosufficienza (ed il controllo) totale sul fronte delle barbatelle per i propri vigneti, ed una maggiore libertà di sperimentazione. Un progetto iniziato nel 1980

Non sono molte le cantine, nel mondo, ad avere un vivaio di proprietà, capace di garantire l’autosufficienza totale sul fronte delle barbatelle per i propri vigneti, ed una maggiore libertà di sperimentazione. Tra queste, ora, c’è uno dei nomi più celebri dello Champagne, la maison Louis Roederer, che si è guadagnata il titolo di “pepiniériste privé”, grazie ad un progetto messo in campo fin dal 1980, e che oggi consente alla griffe di Aÿ di avere il controllo totale sui propri vigneti, e di poter fare in autonomia esperimenti con piante pre-fillossera. Una scelta pionieristica, vista con gli occhi di oggi, visto che proprio negli ultimi tempi si sono moltiplicati gli allarmi sulla diffusione delle malattie del legno tra i vigneti di Francia, spingendo il Governo ad istituire addirittura una sorta di “task force” per monitorarle e farvi fronte, senza contare la prima segnalazione della presenza di Xylella Fastidiosa, portatrice della malattia di Pierce, in territorio francese, anche se per ora circoscritta alla Corsica.
“È stato un processo graduale”, spiega al magazine inglese “Decanter” il vicepresidente e “chef de cave” Jean Baptiste Lecaillon .
“Abbiamo iniziato con la selezione massale nei nostri terreni ad Aÿ dal 1980. Dal 1996 tutti i nostri champagne vintage sono realizzati al 100% con uve di proprietà, senza un grappolo comprato da altri. E oggi 80 ettari sui 240 - pressoché tutti dedicati alla produzione del Cristal Louis Roederer - sono allevati con il metodo biodinamico, e tutto il resto è ad agricoltura biologica”.
Nel 2013, poi Roederer ha selezionato un sito a Bouleuse, vicino a Reims, dove ha piantato viti con portinnesto di vite americana innestati con le selezioni massali ottenute dalla proprie vigne. Questo vuol dire che nei prossimi 2 anni, Roederer sarà in grado di piantare barbatelle auto-prodotte al 100%, senza doversi rivolgere a vivai esterni.
“E questo è un grande vantaggio, perché avremo a disposizione soltanto giovani vigne di qualità eccezionale, e credo che Roederer sia l’unica maison di Champagne ad avere messo in piedi un progetto simile”, aggiunge Lecaillon.
Ma le sperimentazioni della maison non si fermano a questo, visto che sta allevando anche viti senza portinnesto di vite americana, utilizzando piante che risalgono a prima della crisi della fillossera, “per vedere se c’è anche una differenza nel gusto del vino”.

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