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Altro che ripresa in Cina, come annunciato da Wine Monitor Nomisma: per Unione Italiana Vini (Uiv) e “Corriere Vinicolo” secondo trimestre da incubo, vanificata buon inizio anno. Male Francia, Italia e Spagna (anche spumanti). Bene solo l’Australia

Italia
Secondo i numeri di Unione Italiana Vini ancora in negativo le importazioni del vino in Cina

La Cina è un mercato complesso per il vino, difficile da penetrare, e anche da analizzare. Tanto più se arrivano dati e numeri a dir poco contrastanti. Se nei giorni scorsi, Wine Monitor Nomisma parlava, infatti, di un import enoico cinese che aveva ripreso a correre nei primi 5 mesi 2015 sul 2015 (+51% in valore, +38% in volume), è di segno decisamente opposto l’analisi di “Corriere Vinicolo” ed Unione Italiana Vini, che parla di un trimestre aprile-giugno disastroso, il peggiore da 3 anni, che fa segnare -13% in volume -16% in valori, vanificando così la ripresa di inizio anno. E così, nella prima metà dell’anno, il bilancio, che nel complesso è intorno ai 700 milioni di dollari complessivi, è negativo un po’ per tutti: la Francia fa -8% a valore, l’Italia addirittura -19% (con volumi stabili), la Spagna cresce molto in quantità (+27%), ma nonostante questo fa -8% in valore. Unica nota fuori dal coro è l’Australia, che cresce del 20% in volumi, e di ben il 51% in valore, con il prezzo medio di un litro che viaggia sugli 8,7 dollari.
E nel complesso fanno ancora peggio gli spumanti, il cui import in Cina è crollato in 6 mesi del 30% in volume e del 15% in valore, con un bagno di sangue per Francia (-43%), Italia (-25%) e Spagna (-12%) ...

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