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Il Prosecco continua a correre sul mercato Usa, in una crescita inarrestabile, che ha portato le bollicine venete ad un passo dallo Champagne: valori a +40% nel primo semestre 2015 sullo stesso periodo del 2014, come rivelano i dati Nielsen

Il Prosecco continua a correre sul mercato Usa, in una crescita inarrestabile, che ha portato le bollicine venete ad un passo dallo Champagne, almeno per valori importati. Nel primo semestre 2015, nel settore off-premise monitorato da Nielsen (che vale il 70% del totale), il mercato degli sparkling ha sfiorato i 700 milioni di dollari di acquisti, per una crescita sullo stesso periodo del 2014 dell’11%, con volumi saliti del 9%, a 60 milioni di bottiglie, come rivela il “Corriere Vinicolo” di Unione Italia Vini (www.uiv.it). Straordinaria, come detto, la performance del Prosecco, che macina un aumento del 40%, per un valore di quasi 100 milioni di dollari, ormai a un passo dallo Champagne, che comunque continua a crescere, del 10%, a quota 132 milioni di dollari). Buona anche la performance dei Cava (+6%), così come degli spumanti rosati(+14%), mentre in recupero le vendite di Moscato spumante (non necessariamente italiano).
Un ideale supermercato americano, oggi, guadagna le stesse cifre tra spumanti made in Usa e importati: 328 milioni di dollari dalle bollicine californiane, 345 da quelle estere, mentre i volumi sono a favore degli americani, che hanno dalla loro un prezzo di 7 dollari inferiore alla bottiglia. Proprio parlando di prezzi, anche qui come per i vini fermi, l’upgrade del mercato è di tutta evidenza: piccole performance per gli spumanti di fascia bassa, con addirittura un calo per quelli tra i 6 e gli 8 dollari a bottiglia, e crescite a due cifre per quelli sopra gli 8 dollari, con la fascia 10-14,99 (dove si attesta la media dei Prosecchi) best performer del mercato, a +16% in valore e +14% in volume.

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