02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Cosa lega Niccolò e Piero Antinori, personaggi più eminenti di Firenze Capitale, un “Carro Matto” dei primi del Novecento, vigneti, cantine e vini oggi famosi in tutto il mondo? Lo racconta la mostra “Futuro Antico a Palazzo Antinori”

Italia
Un “Carro Matto” dei primi del Novecento

Un viaggio nel tempo che racconta la storia di una famiglia di vinattieri, attraverso i secoli, dal 1385. Il viaggio è una nuova mostra voluta da una storica famiglia del vino amante dell’arte, le tappe si snodano lungo un fil rouge che lega Niccolò Antinori e al figlio Piero, due tra i personaggi più eminenti della Firenze Capitale, un “Carro Matto” dei primi del ’900, fino alla visual art che immerge l’osservatore in un racconto di immagini, musiche e suoni spettacolari, e i vinattieri in questione da ben 26 generazioni, sono gli Antinori. Ecco “Futuro Antico a Palazzo Antinori”, l’esposizione promossa fino al 31 ottobre da Marchesi Antinori nell’antico Palazzo a Firenze, residenza della famiglia dal 1506, quando fu acquistato da Niccolò Antinori con “4.000 fiorini larghi e grossi’ nella piazza ben presto conosciuta come “la Piazza degli Antinori”.
Realizzata con il Museo Stibbert, una delle più famose ed importanti istituzioni museali della città, ha un “pezzo forte”, tanto tradizionale quanto sempre originale: il “Carro Matto”, risalente alla prima metà del ‘900, completamente restaurato dagli Antinori e sormontato da una piramide di oltre 600 fiaschi pieni di vino, uno dei carri che, fin dai tempi della Repubblica Fiorentina (XV e XVI secolo), veniva trainato dai tipici “bovi” di razza Chianina oppure da cavalli, per trasportare grandi quantità di vino dal contado alla città.
Il “Carro Matto”, battezzato così per via del delicato gioco di equilibri necessario per movimentarlo, è un’opera di grande maestria costruttiva dei maestri vignaioli: i “Fiaschi” vengono impilati in una piramide ed intrecciati con paglia e legamenti naturali in modo da contenersi l’un l’altro. Un restauro accurato, per il quale Marchesi Antinori si è avvalsa della Vetreria Etrusca, piccola azienda artigiana che produce fiaschi impagliati per le cantine del territorio del Chianti, secondo un’antica tradizione che ha radici nel Rinascimento toscano, e di Modulgraf, che ha riprodotto fedelmente le etichette dei vini della cantina degli anni 1930-1940 (possibile grazie anche al lavoro dell’Associazione per lo Scoppio del Carro di Rufina e Comune di Rufina).
In collaborazione con il Museo Stibbert di Firenze per la mostra “Il sogno e la gloria”, a Palazzo Antinori è esposta anche una piccola mostra dedicata a Niccolò Antinori e al figlio Piero: due tra i più illustri componenti della famiglia Antinori che, vissuti durante la seconda metà dell’Ottocento, condivisero con Federico Stibbert la passione per l’arte e la storia medioevale, ma anche gli ideali patriottici che portarono poi all’Unità d’Italia. Due tra i personaggi più eminenti della Firenze Capitale, di cui proprio quest’anno si celebra il 150° anniversario. Allestita nella “Stanza a paese”, aperta per la prima volta al pubblico, la mostra espone una selezione di fotografie e documenti tratti dagli archivi della famiglia, relativi al periodo in cui vissero Niccolò e Piero Antinori e alcune armature ottocentesche possedute da Frederick Stibbert e attualmente in deposito.
In una “sala immersiva” la tradizione si fonde con il futuro: una vera e propria “Antinori Experience” attraverso immagini delle vigne, dei vini famosi in tutto il mondo, delle cantine e dei paesaggi che le circondano, insieme alla suggestione di musiche e suoni.
Info: www.antinori.it

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli