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Il Prosecco diventa una materia di studio obbligatoria. In Cina, dove i futuri professionisti di ristorazione e hôtellerie della Shanghai Trade School studieranno le bollicine italiane, grazie ad accordo siglato oggi con il Consorzio del Prosecco Doc

Italia
Prosecco diventa materia di studio in Cina dal 2016: John Isacs, Kar Mein Lim, Qinghui Angela Feng, Stefano Zanette e Ezequiel Franco Lopez

Il Prosecco diventa una materia di studio: in Cina, dove i futuri professionisti della ristorazione e dell’hôtellerie della scuola alberghiera governativa Shanghai Trade School studieranno tutto sulle celebri bollicine italiane, grazie all’accordo siglato oggi, a Treviso, con il Consorzio del Prosecco Doc. Grazie all’accordo, unico in Italia, il Prosecco Doc diviene materia di studio obbligatoria con un modulo di 14 ore inserito nel programma scolastico di migliaia di giovani iscritti, che include lo studio del territorio di provenienza, dei metodi di produzione, delle tecniche di degustazione e degli abbinamenti del Prosecco Doc con i piatti della cucina cinese. Un progetto che, integrando un più ampio programma di attività info-formative rivolte alla Cina che includono Master Class, degustazioni, eventi e pubblicazioni, prenderà avvio il prossimo anno scolastico, ma, secondo il dg della Scuola cinese Cao Guoyu, avrà una “molto lunga durata”.
“La Cina è un mercato che presenta grandi potenzialità ancora inespresse - ha detto Kar Mein Lim, sommelier tra le più note in Cina - c’è bisogno di formare nuove figure professionali legate al mondo del vino, perché la richiesta di personale qualificato è in forte crescita nel nostro Paese. E non è vero che i cinesi amano solo il vino rosso, è che lo conoscono di più grazie alle campagne francesi. Personalmente amo la freschezza del Prosecco al punto che lo berrei a colazione, pranzo e cena”.
Solo l’1% dell’export complessivo, pari nel 2014 a 200 milioni di bottiglie di Prosecco Doc, prende il volo per la Cina. Questa cifra (2 milioni di bottiglie), però, è significativa se comparata alle più note bollicine d’Oltralpe delle quali, pur considerata l’importante storia e la lunga tradizione commerciale col Celeste Impero, se ne importano in Cina meno della metà, secondo i dati del Global Trade Atlas. I quali, relativamente al primo trimestre 2015, rivelano un incoraggiante trend di crescita del Prosecco verso la Cina del +45% sullo stesso periodo 2014.
“Far conoscere il nostro Paese attraverso un vino. Far apprezzare un vino attraverso il territorio che lo esprime. Questo è il lavoro che stiamo facendo come Consorzio del Prosecco Doc - ha spiegato il presidente Stefano Zanette - la nostra Denominazione che comprende 9 meravigliose province del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, è un territorio incredibilmente ricco di paesaggi incantevoli, di tesori d’arte e cultura e di manifestazioni dell’ingegno umano di inestimabile valore. Deve passare il messaggio che il termine Prosecco designa un territorio, un’area geografica e non un vitigno. In Cina come nel resto del mondo”.

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