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Il bilancio 2014 dell'Oiv - Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino sulla situazione vitivinicola mondiale: calano produzione (270 milioni di ettolitri di vino, -21 sul 2013) e consumi (240 milioni di ettolitri), crescono solo gli Usa

Nel 2014, nel mondo erano 7,57 milioni gli ettari complessivi vitati, di cui poco meno della metà in soli 5 Paesi (Spagna, Cina, Francia, Italia e Turchia), con un calo continuo ormai dal 2000, specie nella Vecchia Europa. E se la produzione globale di uva ha raggiunto i 737 milioni di quintali, di cui il 41% in Europa, il 29% in Asia ed il 21% in America, quella di uve da vino si è attestata a 357 milioni di quintali, con Francia, Italia e Spagna saldamente al top. Emerge dal consueto bilancio sulla situazione vitivinicola mondiale tracciato nel Congresso n. 38 dell’Oiv - Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino, a Mainz, in Germania, l’associazione che riunisce i Paesi maggiori produttori di vino (www.oiv.int). Il dato più pregnante, però, è quello della produzione enoica, che si è attestata nel 2014 sui 270 milioni di ettolitri, 21 in meno del 2013, con Francia, Italia e Spagna che, insieme, rappresentano il 48% della produzione globale, mentre la Cina, con una quota del 4%, è ancora alla stregua di Australia, Sudafrica e Cile. I consumi di vino nel mondo, invece, sono arrivati a 240 milioni di ettolitri, in calo sui 243 del 2013 (-1,2%), e infatti a crescere sono solo, e di poco (+1,1%) gli Usa, mentre Francia e Italia da una parte, e Cina e Russia dall’altra, crollano letteralmente. Certo, se si allarga l’analisi agli ultimi 15 anni, la crescita maggiore è ancora quella di Usa, Cina e Russia ma, dietro agli americani, sul podio ci sono ancora Francia e Italia, i due Paesi con la cultura enoica più antica e forte.

Così, l’Oiv disegna un panorama diviso in due, tra i cosiddetti “net importing countries”, ossia i Paesi che importano più di quanto producono, come Usa, Cina, Germania, Uk e Russia, ed i “net exporting countries”, Paesi esportatori in cui il mercato domestico ha un peso più o meno importante, come Francia, Argentina, Portogallo, Italia, ma anche Spagna, Australia e Nuova Zelanda, che hanno un focus sull’export ancora più marcato. Alla fine, in termini di volumi il commercio mondiale del vino è cresciuto del 2,5% sul 2013 (a quota 104 milioni di ettolitri), anche se in valore è rimasto ai livelli dell’anno precedente, a 26 miliardi di euro, con i soli sparkling a mettere a segno una crescita degna di nota (dai 4,41 miliardi di euro di giro d’affari del 2013 ai 4,65 miliardi di euro del 2014).

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