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Vive la France! I “Coteaux, Maisons et Caves de Champagne” ed i 1.247 “Climats” dei vigneti di Borgogna nella lista del Patrimonio Mondiale Unesco, dopo il riconoscimento del Comitato del World Heritage Fund per il “valore universale eccezionale”

Riunita a Bonn, la sessione n. 39 del Comitato del Patrimonio Mondiale Unesco ha riconosciuto all’unanimità il “valore universale eccezionale” delle candidature presentate, ormai otto anni fa, dall’Association des Paysages du Champagne e dall’Association des Climats de Bourgogne: un successo per tutta la cultura enoica francese, con i “Coteaux, Maisons et Caves de Champagne” ufficialmente nella categoria dei paesaggi culturali, ed i 1.247 “Climats” dei vigneti di Borgogna tra i beni culturali Unesco. Non è la prima volta che l’organizzazione internazionale fa entrare “paesaggi vinicoli” nella lista del World Heritage Fund: la Francia aveva già ottenuto il titolo per Saint-Emilion e Bordeaux, mentre l’Italia l’aveva conquistato un anno fa per i Paesaggi vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato, prima volta per un territorio del vino italiano.

I “Coteaux, Maisons et Caves de Champagne”, del resto, non sono un paesaggio viticolo qualunque: attraverso l’organizzazione dei suoi siti e del lavoro di uomini e donne, testimoniano l’ascesa, a partire dal XVIII secolo, di una tecnica di produzione, lavorazione e commercializzazione originale, tuttora attiva, che ha profondamente trasformato il territorio, i paesaggi rurali e urbani, dando origine allo Champagne, che non ha certo bisogno di presentazioni. Un insieme di paesaggi e siti unici, portatori di storia e cultura, alla base del Valore Universale Eccezionale riconosciuto dall’Unesco, accolto con gioia da migliaia di persone che, all’annuncio, il 4 luglio, si sono riversate per le strade di Hautvillers, città natale di Dom Pérignon. “È un sentimento di grande soddisfazione e di gioia condivisa. Il mio pensiero - commenta Pierre Cheval, presidente dell’Associazione Paysages du Champagne, che ha pensato, elaborato e portato avanti il progetto per otto anni - va immediatamente a tutti coloro che hanno lavorato al progetto, ai partner che hanno sostenuto questa iniziativa un po’ folle e agli abitanti della Champagne, la cui regione ha appena ottenuto l’ambito titolo mondiale. L’iscrizione è un riconoscimento, ma anche una responsabilità di fronte alle nazioni, e noi dovremo esserne all’altezza. Abbiamo il dovere di tutelare e occuparci del paesaggio, dei savoir-faire e del patrimonio, al fine di consegnarli integri alle generazioni future. È un appuntamento con la storia e con la nostra storia”.

Più tortuosa la via del riconoscimento alla Borgogna, che alla fine, però, può vantare i suoi 1.247 “Climats”, con nomi evocativi come Montrachet, Romanée-Conti, Clos de Vougeot, Corton, Musigny, Chambertin, tra i beni Unesco, grazie al lavoro di 2.000 anni di civiltà, in cui il genio creativo dell’uomo ha creato un mosaico di storie e paesaggi, vini e città, da Dijon a Beaune. “Questa iscrizione - spiega Aubert de Villaine, presidente dell’Association des Climats du vignoble de Bourgogne - è il riconoscimento al lavoro di intere generazioni, di monaci cistercensi, duchi di Borgogna, uomini e donne, viticoltori, che, nel corso dei secoli, hanno faticosamente dato forma ai vigneti della Borgogna, in una determinata ricerca dell’eccellenza. È motivo di grande orgoglio per noi che i “Climats de Bourgogne” siano diventati Patrimonio dell’Umanità: da ora in poi, il nostro impegno per la comunità sarà ancora più importante”.

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