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I buoni segnali per l’export di vino italiano nella prima parte del 2015 registrati da “Wine by Numers”, trovano conferma anche dell’analisi di Assoenologi, che parla di “dati incoraggianti. Stabile l’Europa, bene soprattutto gli Usa e le bollicine

I buoni segnali per l’export di vino italiano nella prima parte del 2015 registrati da “Wine by Numers”, trovano conferma anche dell’analisi di Assoenologi, che parla di “dati incoraggianti. Il valore delle nostre vendite all’estero sale da 1,145 a 1,189 milioni di euro, pari ad una crescita del 3,85%. Un dato alquanto positivo - commenta il centro studi dell’organizzazione guidata dal Presidente Riccardo Cotarella e dal direttore Giuseppe Martelli - in periodo di forte crisi, anche se le quantità accusano una lieve contrazione (-2,1%) con volumi che scendono da 4,753 a 4,653 milioni di ettolitri. Il che vuol dire che esportiamo di meno ma introitiamo di più, ossia mandiamo sempre più all’estero bottiglie con maggiore valore aggiunto”.

Nel dettaglio, gennaio e febbraio hanno registrato livelli di export molto simili all’anno precedente. Il vero risveglio si è manifestato a marzo con un repentino balzo dei flussi commerciali. Il tasso di crescita del mese è stato +13,4% in valore e +6,3% in volume con un incremento unitario per litro di quasi il 7%.

Guardando alle aree geografiche, “mentre la domanda dell’Unione Europea rimane in balia dell’incertezza commenta Assoenologi - con una contrazione delle consegne del 4,8%, i Paesi terzi mostrano un’evidente espansione, sul 4%. Ma le aree più dinamiche nel primo trimestre 2015 risultano nell’ordine, l’Asia Centrale (+18,7%), il Medio Oriente (+17,7%) ed il Nord America (+15,6%)”.

“Proprio gli Stati Uniti ed in parte il Canada, con un valore netto aggiuntivo dell’export di 50 milioni di euro, hanno determinato la crescita dell’intero comparto vino - spiega Martelli, che aggiunge - ancora una volta, a fronte della domanda timida in molte aree del mondo, gli Stati Uniti sono il punto di riferimento del vino italiano”.

Nella crescita delle vendite del nostro vino all’estero rimangono in pole position le “bollicine”. La fotografia dello spumante italiano a fine marzo mostra un consolidamento della quota in valore del Prosecco che tocca il 71,5%. In seconda posizione si trovano gli spumanti generici con il 13,6% ed in terza l’Asti con il 10,3%. L’accelerazione del Prosecco nel primo trimestre dell’anno mostra un incremento da 97 a 130 milioni di euro, pari a +33,2%, i volumi crescono del 36,4%; tutto questo dopo sei anni di crescita ininterrotta con tassi a due cifre.

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