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Nel primo trimestre 2015 il valore dell’export del vino italiano in Cina cresce a doppia cifra (+20,3%). Dal 6 luglio i wine top influencer del Celeste Impero arrivano in Italia per un educational promosso da Grandi Marchi e Italia del Vino Consorzio

Italia
Top wine influencer di Cina e Hong Kong in visita in Italia con i Grandi Marchi

Nel primo trimestre 2015 il valore dell’export di vino italiano in Cina è cresciuto a doppia cifra (20,3%), raggiungendo i 14,5 milioni di euro sullo stesso periodo del 2014. Segno positivo anche per i volumi (4 milioni di litri, a +12,5%, sparkling esclusi) e per il prezzo medio a litro che sale di quasi il 7% superando così i 3,50 euro (dati Wine by numbers - Osservatorio Uiv-Unione Italiana vini, giugno 2015). E dal Celeste Impero, 27 top wine influencer tra sommelier, giornalisti, manager e operatori di Cina e Hong Kong, sono pronti a mettersi in viaggio alla volta dell’Italia per essere i protagonisti di un educational tra vigne e cantine con incontri formativi e degustazioni guidate, promosso dal 6 all’11 luglio dal programma di “Italia in Cina”, il piano triennale congiunto dell’Istituto Italiano del Vino di Qualità Grandi Marchi e di Italia del Vino Consorzio, per accrescere la quota del vino tricolore nel Paese attraverso un percorso di conoscenza diretta del saper fare del vino italiano di qualità.

Per il presidente dei Grandi Marchi, Piero Mastroberardino, “questo progetto apre la strada a strategie più mirate e efficaci per aumentare il nostro posizionamento in Cina, da cui arrivano segnali incoraggianti. Il primo trimestre di quest’anno, infatti ha registrato una crescita del valore del nostro export. Un risultato importante che non deve farci abbassare la guardia. C’è ancora molto lavoro da fare in termini di educazione e informazione per avvicinare e fidelizzare i consumatori cinesi”.

“La Cina è un mercato strategico che richiede uno sforzo congiunto e costante in termini di presidio - sottolinea Andrea Sartori, presidente di Italia del Vino Consorzio - la crescita in termini di valore e di volume di questo primo trimestre ci fa sperare in una possibile inversione di tendenza per il nostro vino che, negli ultimi dieci anni (2004-2014), ha incrementato la propria quota solo di due punti percentuali, passando dal 5 al 7%. “Italia in Cina” dimostra che questo settore ha le capacità per superare la frammentazione e la divisione per affrontare uniti il dominio dei nostri competitor, Francia e Australia in primis”.

Istituto Grandi Marchi (di cui fanno parte le griffe Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi Greppo, Ca’ del Bosco, Michele Chiarlo, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Pio Cesare, Rivera, Tasca D’Almerita, Tenuta San Guido, Umani Ronchi) e Italia del Vino Consorzio (che riunisce Banfi, Casa Vinicola Sartori, Cantine Lunae, Drei Donà, Ferrari Fratelli Lunelli, Gruppo Italiano Vini, Librandi, Marchesi di Barolo, Medici Ermete, Santa Margherita, Terredora, Zonin 1821), le due più grandi associazioni private per la promozione internazionale del vino italiano, rappresentano complessivamente 31 imprese italiane del comparto vino (20.000 ettari coltivati in 13 regioni italiane e 3.000 addetti) per un fatturato complessivo di 1,3 miliardi di euro, di cui ben 750 milioni rappresentati dalle esportazioni, pari a quasi il 15%% dell’export complessivo italiano di settore.

Due i tour organizzati dalle rispettive associazioni che vedranno i futuri ambasciatori cinesi del nostro vino spaziare tra Calabria, Puglia, Campania, Liguria e Marche per concludere la loro esperienza enologica made in Italy all’Expo di Milano.

Info: www.istitutograndimarchi.it - www.consorzioitaliadelvino.it

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