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Il Gruppo Cevico sempre più proiettato verso l’Asia. Il colosso romagnolo (6.700 ettari di vigna) guidato da Ruenza Santandrea dopo Giappone e Corea del Sud, apre il suo wine bar “Tot i de” (Tutti i giorni) a Xiamen in Cina

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Il Gruppo Cevico sempre più proiettato verso l’Asia

Il Gruppo Cevico sempre più proiettato verso l’Asia. Il colosso romagnolo guidato da Ruenza Santandrea (che mette insieme 5.000 famiglie di viticoltori, 9 grandi cooperative di conduzione terreni per 6.700 ettari di vigneto, l’80% a Doc e Igt, per una produzione media annuale di 130.000 tonnellate di uva, www.cevico.com), ha aperto il suo quinto wine bar a marchio “Tot i de” (Tutti i giorni) in terra orientale, a Xiamen, in Cina, dopo i due locali in Giappone a Tokyo e Hiroshima, e i due a Seul in Korea del Sud.
“Obiettivo del locale è quello di avvicinare il popolo cinese al vino, nonché far conoscere la tradizione culinaria dell’Emilia Romagna in terra asiatica”, si legge in una nota. Una scelta in sintonia con la sempre maggiore attenzione del Gruppo Cevico verso il mercato internazionale, che ha registrato un +13% sul fatturato, con il gruppo cooperativo tra i maggiori esportatori italiani di vino nel mercato cinese.
“Nell’ottica di poter fare apprezzare la grande qualità dei vini romagnoli ad un giusto prezzo, abbiamo pensato ad un locale dove la gente si senta invitata ad entrare: bello ma non esclusivo, elegante e nel contempo comodo - afferma Ruenza Santandrea, presidente del Gruppo Cevico - e soprattutto dove l’ospitalità della Romagna sia il tratto dominante e si sprigioni in ogni parte del locale. Nel wine bar si terranno corsi di degustazione, di cucina, eventi artistici con l’intento di far conoscere ed apprezzare oltre al vino, la cultura e l’essenza del territorio di Romagna in sinergia con una cultura storica come quella cinese.
La filosofia del progetto è contenuta nel nome: fare del consumo del vino in Cina un uso giornaliero informale, come sempre consapevole, che sappia anche comunicare la spontaneità e l’ospitalità tipiche della nostra terra. Il vino ricondotto alle proprie origini di prodotto agricolo, quale parte integrante ed ineludibile della dieta mediterranea e della cucina romagnola. Soprattutto vogliamo valorizzare il rapporto diretto nel mercato: agricoltori-consumatori in un rapporto senza intermediari. Tengo poi ad evidenziare il grande lavoro di squadra fatto da tutta la Direzione Cevico e dai suoi reparti export, enologico e logistico”.

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