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E se non ci fosse abbastanza Prosecco per l’estate? L’allarme, che non poggia su fondamenta realistiche, getta nello sconforto i wine lover inglesi, e l’amore diventa ossessione. La paura corre online, ma i numeri raccontano una realtà diversa

Che il Prosecco sia ormai la bollicina più amata dai wine lover d’Inghilterra è sicuramente una bella certezza per il mondo del vino italiano, eppure, le reazioni dei “Prosecco victim” alla notizia che in estate potrebbe non essercene abbastanza, ha dell’inquietante. Procediamo con ordine. Qualche giorno fa, il portale Uk “The Drinks Business” (www.thedrinksbusiness.com) ha riportato le parole di Roberto Cremonese, export manager di Bisol, griffe del Prosecco molto amata in Uk, che lamentava gli effetti devastanti del cattivo tempo sull’annata 2014, ed il rischio, quindi, di una carenza importante sui mercati. Negli stessi giorni, il mercante britannico “The Wine Society”, ha “richiamato” 15.000 bottiglie di Prosecco già sugli scaffali, con un difetto a livello di chiusura (in poche parole, tendevano ad esplodere nelle case dei consumatori). Inutile dire che i clienti hanno preferito rischiare di beccarsi un tappo in un occhio che separarsi da una delle loro preziose bottiglie.
Insomma, da amore, quella per il Prosecco in Uk pare stia diventando un’ossessione, anche se quella del crollo della produzione è una “sparata” che poco ha a che vedere con la realtà e molto con il marketing: il Consorzio di Tutela del Prosecco Doc, in effetti, si aspettava qualcosa di più dalla campagna 2014, ma la produzione è comunque in crescita sul 2013, per non parlare del fatto che nei territori del Prosecco Superiore, ossia quelli della Docg Conegliano Valdobbiadene, la 2014 è stata un’annata, qualitativamente e quantitativamente, persino sopra le aspettative.
Ma si sa, in amore la ragione conta poco, ed il “Daily Mail” (www.dailymail.co.uk), su tutti, si è particolarmente divertito a cavalcare le paure dei “Prosecco victim”, proponendo nei suoi articoli fantasiose alternative californiane, e mettendo in fila commenti che vanno dalla disperazione (ad esempio “My life is over”, la mia vita è finita), al sarcasmo (“Oh no! It’s back to the Champagne then, I suppose”, oh no, tocca tornare allo Champagne, quindi).

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