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“Il nostro compito deve essere trasformare la curiosità della gente per il vino in interesse, ma questo è possibile solo se siamo i primi ad acculturarci in comunicazione, marketing e così via”: così Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi

Italia
Riccardo Cotarella presidente Assoenologi

“Il nostro compito deve essere trasformare la curiosità della gente per il vino in interesse, ma questo è possibile solo se siamo i primi ad acculturarci in comunicazione, marketing e così via, perché poi ci sia possibile trasferire cultura agli altri”. Così Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, al via del Congresso nazionale degli enologi, a Castellaneta Marina (Taranto) dal 30 maggio al 2 giugno.

“Abbiamo espressamente voluto la Puglia, protagonista di un grande rinascimento del vino - ha detto Cotarella - perché ha puntato sul suo patrimonio di vitigni e di territori, con umiltà, cultura, scienza, ricerca, sperimentazione e passione. Noi di Assoenologi abbiamo voluto dare una svolta nel nostro acculturamento, perché la nostra conoscenza deve crescere, senza limiti. Siamo convinti che l’enologo non deve dare apporto solo al mondo della produzione, che è la sorgente della nostra professione, ma dobbiamo esplorare anche comunicazione e marketing”.

“Consideriamo che un buon 70% del 6% di crescita dell’agricoltura appartiene al vino. La crisi ci ha coinvolto solo parzialmente: se guardiamo a settori come l’industria, il manifatturiero, o altri settore dell’agroalimentare, hanno subito fortissime conseguenze dalla crisi. Certo, anche nel vino ci sono e ci saranno state vittime, ma quando partono le crisi emerge anche un elemento che non possiamo controllare, la meritocrazia. Dobbiamo guardare ad indicatori che ci danno uno spaccato serio: le esportazioni sono in costante aumento, il vino aiuta sempre più il Pil nazionale, i nostri produttori non hanno mai smesso di investire in vigna e cantina, stiamo dimostrando al mondo quello che siamo, i primi in tutti sensi: biodiversità, vitigni, territori: siamo i più antichi nella produzione di vino, ma anche i più innovativi del mondo.
“In tutti gli eventi dove c’è il vino, da Vinitaly alle sagre di Paese, c’è gente, gioia, entusiasmo. Davanti a questo fatto, l’enologo ha il dovere di acculturare le persone, in modo che la curiosità si trasformi in interesse. Ed è per questo che noi arricchiremo la nostra esperienza, a questo congresso, con testimonianze, argomentazioni e dissertazione che devono dare all’enologo quel ruolo primario che gli spetta quale principale riferimento della filiera, dalla vigna al tavolo del consumatore. Di certo, per farlo, dobbiamo ascoltare chi prima di noi ha camminato strade che noi abbiamo trascurato per troppo tempo. Abbiamo invitato quanto di meglio della cultura enologica poteva conferirci, ne avremo la prova, perché se non ci acculturiamo non possiamo poi noi trasmettere cultura. E penso che questo congresso sia ricco di contenuti come non mai. E dobbiamo partire da una consapevolezza: sono convinto che tutti coloro che sono coinvolti nel mondo del vino, a partire da noi, siano dei privilegiati, perché lavoriamo in un settore ricco come nessun altro di passione”.
Tanti i temi importante nel calderone: la conoscenza e la ricerca, il mercato, la sostenibilità, il vino nella dieta mediterranea, gli effetti sulla salute, un focus sulla Puglia ed i suoi territori, ma anche sulla Spagna enoica, e sulla California sul fil rouge di una “parentela” tra due dei vitigni più caratterizzanti della viticoltura pugliese e californiana, Primitivo e Zinfandel.
Il primo talk show, domenica 31 maggio, sarà sul tema “Vino & Salute” e sarà moderato da Bruno Vespa, giornalista, conduttore di “Porta a Porta” di Rai1 e produttore (nella vicina Manduria, con Futura 14), con la partecipazione di Antonio Colombo, cardiologo della clinica privata Columbus e primario dell’Ospedale San Raffaele di Milano, Antonio Maria Jannello, presidente del Collegio italiano dei primari ospedalieri di chirurgia vascolare, Enzo Grossi, gastroenterologo, clinico, ricercatore e docente di cultura e salute all’Università degli Studi di Milano, Vincenzo Montemurro, cardiologo dell’Ospedale Scillesi d’America (Reggio Calabria) e Giorgio Calabrese, celebre nutrizionista, autore di numerosi libri e rubriche dedicate all’alimentazione. Ma si parlerà anche de “La cucina mediterranea e i vini italiani”, con chef come Heinz Beck, tre stelle Michelin del ristorante “La Pergola” del Rome Cavalieri Waldorf Astoria, Niko Romito (il più giovane chef tre stelle) del ristorante “Reale” a Castel di Sangro (L’ Aquila), Oliver Glowig, due stelle Michelin del ristorante Aldrovandi Villa Borghese - Roma, Antonella Ricci, una stella Michelin del ristorante “Al Fornello da Ricci” di Ceglie Messapica (Brindisi) e Livia Iaccarino del Ristorante “Don Alfonso”, due stelle Michelin di Sant’Agata sui Due Golfi (Napoli). Altro tema al centro dei lavori del 31 maggio sarà la “Sostenibilità a 360 gradi”, nel talk show guidato dal “Gastronauta” de “Il Sole 24 Ore” Davide Paolini, che vedrà protagonisti l’enologo Renzo Cotarella, amministratore delegato Marchesi Antinori, il professor Attilio Scienza, tra i massimi esperti di viticoltura dell’Università di Milano, Ruggero Mazzilli, fondatore della Stazione sperimentale per la viticoltura sostenibile - Sopevis e Marco Pallanti, direttore della cantina chiantigiana Castello di Ama. Nel pomeriggio la degustazione di vini di Puglia, dove non potranno mancare il rosato, il Negroamaro e il Nero di Troia, oltre a vini spagnoli rappresentativi delle più importanti zone. In questo contesto non poca aspettativa è riposta anche nel confronto tra Zinfandel e Primitivo.
Molto tecnica la sessione del 1 giugno dove il programma prevede il focus sulla realtà vitivinicola della Spagna, Paese che si alterna ad Italia e a Francia, di anno in anno, come primo produttore di vino al mondo, con la spiegazione delle tre più importanti zone vitivinicole della Penisola Iberica: Galizia (per i grandi vini bianchi), Ribera del Duero (per i grandi rossi) e Jerez (per i vini speciali e liquorosi). Ospiti e conduttori, un folto gruppo di esperti, da Martin Santiago Jordi, presidente degli enologi spagnoli, a quello dei Galiziani Luis Buitròn Barrios, fino alla nota enologa Begoña Jovellar Pardo del gruppo Vega-Sicilia.
Seguirà il confronto tra Zinfandel e Primitivo, con Luigi Moio, enologo e docente di Enologia all’Università Federico II di Napoli, il produttore californiano Larry Turley e l’enologo della Turley Winery Teagan Passalacqua.

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