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L’Aim, il listino di Borsa Italiana dedicato alle Pmi, ha sempre più il sapore del wine & food made in Italy: pensano alla quotazione Gambero Rosso (anche se, per il momento, trattasi di rumors) e la griffe dell’Amarone Masi (fonte: “Il Sole 24 Ore”)

L’Aim, il listino di Borsa Italiana dedicato alle Pmi, ha sempre più il sapore del wine & food made in Italy: dopo “Italian Wine Brands”, società nata dall’aggregazione di Giordano Vini e Provinco, sbarcata sul listino ad inizio 2015, sarebbero pronte alla quotazione due importanti realtà. La prima è forse il più importante gruppo editoriale del settore in Italia, il “Gambero Rosso” che, come ha anticipato WineNews via twitter, sta valutando la quotazione del 25% delle quote della Gambero Rosso Holding Spa sul listino.
Ma alla quotazione sull’Aim pensa anche Masi, una delle realtà leader dell’Amarone della Valpolicella, come ha spiegato il presidente Sandro Boscaini al quotidiano “Il Sole 24 Ore”, in edicola oggi: “vorremmo essere i primi produttori divini di qualità ad aprire il capitale al mercato, per continuare a crescere, avere l’opportunità di cogliere occasioni di investimento e dimostrare al settore che tradizione vitivinicola secolare, controllo familiare e finanza possono non essere in contraddizione tra loro ed essere funzionali ad un percorso che permette di affrontare le sfide del mercato globale”.
Masi Agricola Spa, tra le prime realtà del vino in Italia ad avere un fondo di private equity nel proprio azionariato, si legge ancora sul quotidiano di Confindustria, “si presenterà agli investitori con un’offerta di azioni derivanti dalla vendita di parte della quota del fondo Alcedo e da un aumento di capitale, che la porterà ad avere un flottante fino al 25% del capitale, spiega Reuters che ha avuto modo di consultare il documento inviato agli investitori da uno dei coordinatori dell’offerta (Unicredit e Equita che è anche Nomad, mentre Ambromobiliare è advisor della società). L’offerta è rivolta a investitori istituzionali e prevede anche una greenshoe”.
“La famiglia Boscaini, comunque, non mette in vendita proprie azioni e intende mantenere saldamente il controllo della società” ha sottolineato il presidente. Masi è controllata da tre membri della famiglia ciascuno con una quota del 28,32%; il restante 15,03% è invece nelle mani di Alcedo Sgr, che dopo la vendita delle azioni in fase di Ipo continuerà, comunque, a detenere una piccola partecipazione, con un lock up di 6 mesi. La famiglia avrà, invece, un lock up di 18 mesi.

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