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“51 milioni di euro investiti in 5 anni nei Paesi extra Ue, oltre 1 milione solo per la Cina”. Così il presidente di Italia del Vino - Consorzio Andrea Sartori. “Ci faremo promotori di un protocollo di modifiche per rendere l’Ocm davvero efficace”

Investimenti per la promozione del vino italiano nei Paesi al di fuori della Comunità Europea, di cui oltre 1 milione di euro solo per il mercato cinese con un piano triennale che prevede incoming di operatori cinesi nelle aziende del Centro-Sud Italia e una serie di eventi a Pechino e Shanghai con altri importanti gruppi del made in Italy di alto livello, in un’azione strategica che in totale ha visto un impegno economico pari a oltre 50 milioni di euro solo di investimenti che beneficiano di fondi Ocm e un lavoro che ha interessato 14 Paesi e prodotto notevoli risultati, non solo per le aziende socie, ma per l’intero comparto enologico italiano, non solo nei mercati maturi, come Usa, Canada e Giappone, ma anche in quelli emergenti, come il Sud Est Asiatico, il Sud America e il Medio Oriente. È così che, secondo il neo presidente Andrea Sartori, alla guida della Casa Vinicola Sartori, Italia del Vino - Consorzio, il consorzio privato che raggruppa 12 tra le più importanti aziende del vino (che da sole realizzano l’8,5% dell’export nazionale di settore, con una quota export di circa 440 milioni di euro nel 2014, e un fatturato complessivo di oltre 800 milioni di euro), “si fa ambasciatore del vino italiano nel mondo. Negli ultimi 5 anni abbiamo investito 51 milioni di euro in attività di promozione nei Paesi extra Ue. Lo abbiamo fatto attraverso partecipazione a fiere, incontri internazionali, organizzazione di degustazioni, produzione di materiale promozionale, attività di incoming di giornalisti ed esperti del settore”.
La burocrazia, però, dice Sartori, “rimane un tasto dolente per il nostro Paese. Ricordo i tanti confronti avuti su questo tema, con le pubbliche amministrazioni, quando ero presidente di Unione Italiana Vini. Da allora ad oggi la situazione sembra non essere cambiata e in alcuni casi è addirittura peggiorata. Mi riferisco in particolare alla normativa sull’Ocm vino. In questi giorni stiamo seguendo i lavori per il lancio del bando della campagna 2015/2016, e proprio a causa della burocrazia, sembra che quest’anno vi siano ancora più difficoltà degli anni scorsi, sia nella fase di accesso, che in quella di gestione dei fondi europei. Non appena conclusa questa fase, in accordo con le organizzazioni di categoria, ci faremo promotori di un protocollo di modifiche ai decreti nazionali e regionali al fine di rendere lo strumento dell’Ocm davvero efficace per le imprese italiane, come già da tempo lo è per le imprese europee nostre competitor”. In particolare, “il progetto nel mercato cinese ha riguardato un investimento di 1.250.000 euro in tre anni e ci ha visti anche al fianco di partner importanti come Istituto del Vino Italiano di Qualità Grandi Marchi - spiega il presidente di Italia del Vino - Consorzio, affiancato dai vicepresidenti Roberta Corrà di Gruppo Italiano Vini e Alberto Medici della Medici Ermete & Figli - tra le varie attività svolte, abbiamo realizzato un incoming di 45 operatori media cinesi che hanno visitato molte realtà vinicole del Nord e Centro Italia. Un’azione che ci siamo impegnati a continuare anche quest’anno, con l’organizzazione di visite di operatori cinesi nelle aziende del Centro Sud Italia a luglio, un evento a Shanghai il prossimo autunno e l’avvio di alcuni partenariati importanti che permetteranno di dare vita a un “sistema Italia” di valorizzazione del nostro patrimonio enologico”.
“Siamo convinti - dice Sartori - che l’unico antidoto ai tanti problemi che sta attraversando il vino italiano nel mercato cinese possa e debba essere principalmente il fare sistema. Con il progetto “Italia in Cina” con i Grandi Marchi, tra i due più importanti gruppi nazionali di imprese vitivinicole, per la prima volta, l’individualismo e la competizione hanno lasciato spazio alla condivisione e alla sinergia e i risultati si sono visti sin da subito. Abbiamo unito forze ed esperienze per affrontare unitamente la difficile sfida di affermare il vino italiano in Cina e nell’ultimo periodo, come se non bastasse, stiamo lavorando per creare sinergie con altri settori merceologici che rappresentano il made in Italy in tutto il mondo, come la moda e il fashion. L’obiettivo è quello di far percepire al consumatore la qualità e l’unicità delle nostre produzioni”.
“L’obiettivo principale del mio mandato - aggiunge Sartori - è quello di mantenere, e se possibile migliorare ulteriormente, il posizionamento di Italia del Vino - Consorzio nel panorama vitivinicolo nazionale ed internazionale. Il lavoro svolto dal 2009 ad oggi, sotto la manageriale guida di Ettore Nicoletto, ci ha permesso di raggiungere traguardi davvero importanti. Il mio compito sarà quello di esplorare nuove opportunità per riuscire a rappresentare ancor più il vino italiano nel mondo. Continueremo a valorizzare la misura di promozione Ocm vino nei mercati dei Paesi Terzi, ed aumenteremo la presenza nel mercato interno, partecipando in collettiva alle più importanti rassegne fieristiche di settore”. A confermarlo, la partecipazione al Vinexpo di Bordeaux dove il gruppo si presenterà unito, in uno stand che vuole raccogliere l’eccellenza enologica del nostro Paese, abbinata ad altre specialità italiane. Immancabile anche la presenza ad Expo: Italia del Vino - Consorzio sostiene Identità Expo, l’evento organizzato da Identità Golose ad Expo 2015, dove le etichette dei soci sono inserite nella “Carta dei Vini” e proposte in abbinamento alle creazioni di 200 fra i migliori chef di fama nazionale ed internazionale.

Focus - I numeri di Italia del Vino - Consorzio
12 realtà aderenti: Banfi; Cantina Lunae; Cantine Ferrari dei Fratelli Lunelli; Casa Vinicola Sartori; Casa Vinicola Zonin; Gruppo Italiano Vini; Librandi Antonio e Nicodemo; Marchesi di Barolo; Medici Ermete & Figli; Santa Margherita; Società Agricola Drei Donà; Terredora
Fatturato complessivo realizzato nel 2014: oltre 800 milioni di euro
Quota export realizzata nel 2014: 440 milioni di euro, il 50% del fatturato e l’8,5% del complessivo export nazionale di settore
Dipendenti complessivi: 2.000 diretti
Ettari complessivamente vitati: oltre 10.000
Numero bottiglie prodotte nel 2014: 150 milioni
Regioni rappresentate: 12 (tutte le principali aree produttive italiane, dal Piemonte alla Sicilia)
Docg rappresentate: 18
Doc rappresentate: 63
Igt rappresentate: 43

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