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Il connubio “vino & borsa”, in Italia, funziona. Lo dice l’esperienza di “Italian Wine Brands”. Il vicepresidente Strocchi a WineNews: “in tanti vogliono entrare, valutiamo aziende da 50 milioni di fatturato, specie da Toscana, Veneto e Lombardia”

Il connubio “vino & borsa”, decisamente insolito, per l’Italia, sembra funzionare. Lo dice l’esperienza, di Italian Wine Brands, nata dall’aggregazione di Giordano Vini e Provinco, quotata da gennaio 2015, e che ha puntato su una bassa capitalizzazione sul fronte di terre e vigneti, con una propensione ad investire nel resto della filiera, che va dal grappolo d’uva al mercato, per fare quella massa critica che, per molti, manca in un soggetto unitario italiano, e che è necessaria per presidiare in futuro, i mercati mondiali.

Funziona a tal punto che, spiega a WineNews il vicepresidente Simone Strocchi, “ci sono arrivati tanti dossier di realtà del vino che voglio entrare nel nostro progetto. Li guardiamo tutti, ma realmente sul tavolo, in fase di valutazione avanzata e di trattativa preliminare, ne abbiamo una decina, soprattutto da Toscana, Veneto e Lombardia”.

Oggi Italian Wine Brands (www.italianwinebrands.it) fattura 150 milioni di euro, e punta su una realtà da 50 milioni di fatturato, “e che abbiano voglia - aggiunge Strocchi - di condividere il nostro progetto. E devo dire che, nel settore, c’è più consapevolezza di quanto si pensi, sul fatto che manchi un soggetto unitario, che ci candidiamo ad essere, capace di sviluppare quell’aggregazione mirata alla produzione e gestione di una massa critica di prodotto necessaria per presidiare i mercati del mondo, anche quelli che si stanno sviluppando in questi anni ed in cui, senza le dimensioni e le strutture adeguate, si rischia di essere solo una moda o un protagonista di passaggio”.
L’annuncio di una nuova acquisizione, in ogni caso, non dovrebbe tardare ad arrivare, conclude Strocchi, “per consolidare la nostra posizione che, già così, oggi, ci consentirebbe di iniziare il percorso per passare dall’Aim, listino dedicato alla Pmi, a quelli principali. Ma ci piacerebbe farlo avendo le spalle ancora più solide”.

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