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In Cina cambia tutto, a partire dal consumatore: il vino si sta trasformando da simbolo a bene di consumo, e sul mercato dell’importato irrompono i giovani wine lover, che “Wine Intelligence”, nel suo ultimo report, chiama “Developing Drinkers”

La Cina sta vivendo una fase tutta nuova della sua storia vinicola, specie per quanto riguarda le abitudini di consumo e la composizione delle diverse tipologie di consumatore. A cogliere il cambiamento in atto, che porterà inevitabilmente ad una composizione diversa dell’offerta, e quindi delle importazioni, è l’ultimo studio di “Wine Intelligence” (www.wineintelligence.com), il “Wine Intelligence China Portraits 2015 Report”, che racconta come, nel Dragone, stia emergendo una nuova categoria di consumatori, fatta di giovani che bevono sempre più frequentemente ma facendo attenzione al rapporto qualità prezzo, che stanno numericamente, ed inesorabilmente, superando i tradizionali consumatori cinesi, quelli che cercano il grande vino di Bordeaux, spesso usato come regalo di rappresentanza più che goduto per ciò che è.
La nuova categoria, che non era stata rilevata nell’ultimo report, del 2012, è stata definita “Developing Drinkers”, perché in effetti si tratta di giovani professionisti, a cavallo tra i 20 ed i 30 anni, che hanno scoperto il vino nelle cene di lavoro e, adesso, ne stanno facendo un simbolo della loro vita sociale quotidiana. In tutto, secondo lo studio di “Wine Intelligence”, esistono 6 archetipi di bevitore, in cui si dividono i 38 milioni di consumatori di vino importato della Cina, che non rappresentano diverse fasce d’età, ma diversi approcci e diversi livelli di consapevolezza: Adventurous Connoisseurs, Prestige-seeking Traditionalists, Social Newbies, Health Sippers, e Frugal Occasionals.
In questi 3 anni, quello che è cambiato, è il peso specifico dei diversi gruppi: perdono posizioni, sul mercato dei consumi, gli Adventurous Connoisseurs ed i Prestige-seeking Traditionalists, storicamente ad un più alto livello di coinvolgimento, mentre crescono i bevitori più incostanti, ossia gli Health Sippers ed i Frugal Occasionals. I Developing Drinkers, invece, sono sì una novità, ma già con una posizione importante: rappresentano il 19% dei consumatori di vino importato.
“Negli ultimi tre anni - commenta lo Chief Operating Office di “Wine Intelligence”, Richard Halstead – il mercato cinese del vino importato ha subito un’importante trasformazione. Stiamo passando da un’epoca in cui il vino era soprattutto un simbolo, ad una in cui i consumatori iniziano finalmente a preoccuparsi realmente di ciò che bevono e di quanto costa una bottiglia, trasformandosi in veri wine lover”.

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