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Dopo il Gruppo Campari, anche il colosso Diageo (46 miliardi di sterline di giro d’affari) vorrebbe mettere in vendita la sua divisione vino (con marchi come Blossom Hill o Stirling Vineyards) che pesa per il 4% sul totale perché “non core business”

Italia
Il marchio Blossom Hill di Diageo che vuole vendere la divisione vino

Dopo il Gruppo Campari, la multinazionale italiana che a fine 2014 ha annunciato la vendita dei suoi asset meno strategici, tra cui alcuni marchi della divisione vino (dalla cantina sarda Tenute Sella & Mosca a Teruzzi & Puthod, marchio storico di San Gimignano, da Enrico Serafino, in Roero e Alta Langa, a Riccadonna e Mondoro, tra i marchi storici del Gruppo Campari, con le bollicine di Asti e Prosecco, su cui hanno messo gli occhi alcuni dei gruppi più rilevanti del vino cinese), un altro colosso del beverage mondiale pare intenzionato ad intraprendere la stessa strada. Si tratta niente meno che di Diageo, gruppo di base in Uk, ma con uffici in 80 Paese per un capitale di 46 miliardi di sterline e oltre 28.000 posti di lavoro, e marchi del beverage come la vodka Smirnoff o il whisky Johnnie Walker, che vorrebbe vendere il suo reparto vino. A riportare la notizia l’agenzia australiana “Sky News”, ripresa dal sito specializzato “www.drinks-business-review.com” (http://goo.gl/afoVC1) secondo cui dopo i cattivi (ed inattesi) risultati delle vendite del terzo quarto del 2014, Diageo avrebbe dichiarato la divisione enoica come “non-core business”.
Un ramo, quello del vino, che come riporta il sito stesso di Diageo pesa per il 4% sul giro di affari totale della compagnia, e che comprende marchi di cantine e di wine merchant, come Chalone, Blossom Hill, Justerini & Brooks,Vignobles Internationaux, Piat d’Or, Rosenblum Cellars e Stirling Vineyards, senza contare la distribuzione in alcuni Paesi degli Champange Dom Peignon e Moët & Chandon, di proprietà del gruppo del lusso Lvmh. Che, anche per questo, sarebbe uno dei primi “indiziati” tra i possibili compratori.

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