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“Mai ricevuto richieste e mai pagato niente alla criminalità organizzata: l’Etna continua ad essere un piccolo pezzo di paradiso e luogo “cult” del vino siciliano”: così Diego Planeta, uno dei patriarchi del rinascimento dell’enologia siciliana

Italia
Diego Planeta

“Grazie a Dio quella parte di Etna continua ad essere un piccolo pezzo di paradiso dove meravigliosi operai ed artigiani lavorano assieme alle tante aziende che pian piano ne stanno facendo altro luogo “cult” del vino siciliano. Grazie a tutte le forze dell’ordine, e un forte invito agli organi di stampa a non danneggiare chi non lo merita, il giornalismo, parte essenziale della vita di un paese civile non è questo”. Così Diego Planeta, uno dei patriarchi della viticoltura moderna della Sicilia e del rinascimento enologico dell’Isola, smentisce la notizia del coinvolgimento di Planeta tra le cantine del territorio dell’Etna che sarebbero state taglieggiate da un giro di criminalità organizzata, come riportato dall’Agenzia Agi e ripresa da qualche testata.
Planeta ricostruisce così la vicenda: “un giorno di un paio di anni fa troviamo in azienda a Passopisciaro una stupida bottiglia con un liquido credo incendiario, ed un biglietto su cui era scritta una delle classiche cretinaggini tipo “preparati” oppure “vai a trovarti un amico”. Chiaramente faccio portare tutto ai Carabinieri, che interrogano il nostro dipendente. Poi io stesso sono andato a parlare con il maresciallo di Randazzo, che è una persona molto in gamba, gli ho raccontato la storia, mi hanno chiesto se avevo mai avuto richieste di altro genere, dico di no, e poi non è mai successo più nulla. L’azienda Planeta non ha mai ricevuto richieste estorsive, né tanto meno ha aderito ad alcuna richiesta di tangenti o pagato compensi per presunte guardianie, come incautamente riportato. E da imprenditore che ha lavorato in Sicilia in 5 province diverse per 57 anni dico agli altri: non pagate mai, sareste pazzi. Se paghi una volta paghi per sempre. Io sono ancora qua, vivo e vegeto, e non ho mai pagato una lira alla criminalità. La Sicilia è buona e sana, basta sapersi muovere in maniera corretta ed essere corretti”.

Focus - La precisazione ufficiale di Diego Planeta: “quando di tutte le erbe si pensa di farne un fascio”
Mi corre l’obbligo di precisare fatti avvenuti e poi distorti e riportati con colpevole leggerezza da stampa disinformata:
- la notizia di cronaca ieri apparsa e relativa alla presunta evasione da parte di alcune aziende tra le quali siamo noi citati, di richieste estorsive provenienti da esponenti della “mafia etnea”, ed inoltre, all’atteggiamento scarsamente collaborativo che avrebbero tenuto, durante le indagini, i dipendenti di alcune aziende vitivinicole, deve essere così riscritta e riletta.
- l’azienda Planeta non ha mai ricevuto richieste estorsive, né tanto meno ha aderito ad alcuna richiesta di tangenti o pagato compensi per presunte guardianie, come incautamente riportato. - un paio di anni fa, all’interno della nostra azienda di Passopisciaro bella frazione del Comune di Castiglione di Sicilia, fu ritrovata una bottiglia contenente, oltre a liquido infiammabile, un biglietto intimidatorio.
-entro un’ora dal ritrovamento la bottiglia era nella Caserma dei Carabinieri di Passopisciaro con conseguente immediata denuncia fatta dal nostro responsabile dell’azienda Etnea. - io stesso, dopo pochi giorni mi sono recato a denunciare nuovamente il fatto al Comando Carabinieri di Randazzo ad i quali ho ovviamente fornito massima collaborazione, che peraltro nello stesso modo dagli stessi militari dell’Arma ho ricevuto.
- i Carabinieri hanno ricevuto le chiavi del cancello dell’azienda nella quale così e con nostra grande soddisfazione possono entrare in qualunque momento aiutandoci così a svolgere con serenità il nostro mestiere.
- grazie a Dio (e alle forze dell’ordine), nessun altro triste episodio di criminalità si è mai più verificato.
- grazie a Dio quella parte di Etna continua ad essere un piccolo pezzo di paradiso dove meravigliosi operai ed artigiani lavorano assieme alle tante aziende che pian piano ne stanno facendo altro luogo “cult” del vino Siciliano.
- un grazie, quindi, a tutte le forze dell’ordine.
- un forte invito agli organi di stampa a non danneggiare chi non lo merita, il giornalismo, parte essenziale della vita di un paese civile non è questo.

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