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Nel primo bimestre 2015 il vino italiano continua a mantenere la propria posizione di leadership sul mercato Usa, pur registrando contrazioni sia in quantità che in valore, come raccontano gli ultimi dati dell’Italian Wine & Food Institute

Italia
Il vino italiano tiene in Usa ma il 2015 parte il leggero calo

Il vino italiano continua a mantenere la propria posizione di leadership sul mercato americano, pur registrando contrazioni sia in quantità che in valore rispettivamente dello 0,5% e 4,5%, relativamente ai primi due mesi dell’anno in corso comparati con il 2014, come raccontano gli ultimi dati dell’Italian Wine & Food Institute di Lucio Caputo (www.iwfinews.com).
Si tratta di un risultato, comunque, positivo, specie nel confronto con la contrazione delle importazioni complessive Usa di vini (-24,7%) e con le considerevoli riduzioni fatte registrare dai principali paesi concorrenti dell’Italia., che passa, quindi, da 334.300 ettolitri, per un valore di 180,87 milioni di dollari, dei primi due mesi del 2014, a 332.770 ettolitri, per un valore di 172,66 milioni di dollari, dello stesso periodo di quest’anno. La quota di mercato dei vini importati dall’Italia è salita, al 30,1% in quantità e al 33,8% in valore.
Le importazioni statunitensi, in termini complessivi, sono ammontate nel periodo gennaio-febbraio a 1,106 milioni di ettolitri, per un valore di 510,75 milioni di dollari, contro gli 1,47 milioni di ettolitri, per un valore di 554,32 milioni di dollari dello stesso periodo del 2014, con una riduzione del 24,7% in quantità del 7,9% in valore. Crollano le importazioni dall’Australia, che rimane al secondo posto tra i paesi esportatori nonostante il -36,8% in quantità ed il -23,8% in valore. Cile ancora al terzo posto, ma con un sensibile calo, in quantità del 43,5% ed in valore dell’11,5%, e non fa meglio l’Argentina, che lascia sul terreno il 47,7% dei volumi ed il 24,2% dei valori esportati. Decrescita decisamente più contenuta, invece, per la Francia, che chiude il primo bimestre 2015 con una diminuzione del 2,2% in quantità e del 4,8% in valore.
È interessante notare l’analisi del prezzo medio all’origine per litro dei vini in bottiglia importati, che è stato di 5,3 dollari per i vini italiani (-3 centesimi sullo stesso periodo del 2014); 3,3dollari per vini australiani (-1 centesimo); 3,8 dollari per i vini cileni (+2 centesimi); 4,4 dollari per i vini argentini (-0,3 centesimi); 9,5 dollari per i vini francesi (-20 centesimi).
Per la tipologia che tiene in piedi soprattutto i numeri dell’export italiano, ossia il vino spumante, nel primo bimestre del 2015 le importazioni hanno subito un incremento del 17,9% in quantità e del 11,9% in valore sullo stesso periodo del 2014. Il totale delle importazioni Usa di spumanti è infatti passato da 95.690 ettolitri, per un valore di 88,48 milioni di dollari del 2014, a 112.820 ettolitri, per un valore di 99,05 milioni di dollari del 2015. Da notare che gli spumanti di origine italiana detengono una quota di mercato pari al 58,8% in quantità e del 33% in valore.
Un andamento molto positivo, quindi, per le esportazioni italiane di spumanti negli Usa, sempre in testa alla classifica, con un aumento del 32,3% in quantità e del 16,1% in valore. Le importazioni statunitensi di vino spumante italiano sono ammontate a 66.290 ettolitri, per un valore di 32,68milioni di euro, contro i 50.110 ettolitri per un valore di 28,15milioni di dollari del periodo compreso fra gennaio e febbraio del 2014.
La Francia, secondo paese esportatore di spumanti verso gli Stati Uniti, ha fatto invece registrare un aumento più contenuto, del 4,6% in quantità, e del 12,5% in valore, passando dai 25.080 ettolitri, per un valore di 50,66 milioni di dollari, del 2014, a 26.530 ettolitri, per un valore di 56,98 milioni di dollari. La Spagna, al contrario, ha fatto registrare un decremento in quantità del 3,9% ed in valore del 2,16%, passando dai 16.240 ettolitri, per un valore di 7,76 milioni di dollari del 2014, a 15.600 ettolitri per un valore di 7,60 milioni di dollari del primo bimestre del 2015.

Focus - Le vendite di vini nei supermercati Usa
Secondo i dati diffusi dalla Nielsen, le vendite al dettaglio di vini da pasto negli Stati Uniti attraverso le grandi catene di supermercati, i grandi magazzini ed i maggiori “grocery store” americani sono aumentate del 3,3% nel periodo intercorso fra gennaio 2014 e gennaio 2015.
La Nuova Zelanda rimane sempre il paese che registra il maggior tasso di crescita a livello di vendite. Nel periodo preso in esame le vendite di vini neozelandesi sono infatti aumentate del 14,8%. Vini americani e vini importati. Nel corso dell’anno in esame si è registrato un aumento nelle vendite dei vini domestici del 4,2% e dello 0,9% nei vini importati. Da notareche tra i vini di importazione sono state registrate contrazioni nelle vendite di vini australiani, cileni, spagnoli e tedeschi.
Nel periodo che va da gennaio 2014 a gennaio 2015, le vendite di vini italiani sono ammontate a 1,08 miliardi di dollari, con un aumento del 3,9% sull’anno precedente, seguite da quelle dei vini australiani, che sono ammontate a 729,73 milioni di dollari, con una diminuzione del 7,2%. Al terzo posto si posizionano i vini argentini, con vendite pari a 399,67 milioni di dollari, ed un aumento dell’1,3%, seguono i vini cileni con 295,79 milioni di dollari, con una contrazione dell’1,5%. Al quinto posto si posizionano i vini neozelandesi, con 293,07 milioni di dollari, ed un aumento del 14,8%, seguono poi i vini francesi, con 270,16milioni di dollari, ed un aumento del 3,4%.
Nell’analisi delle vendite per tipologia di colore, nel periodo preso in esame, si è registrato un aumento per i vini rossi ed i bianchi ed una diminuzione per i vini rosati. Le vendite di vini rossi sono ammontate a 6,42 miliardi di dollari, con un aumento del 4,4%, quelle dei vini bianchi sono ammontate a 5,41 miliardi di dollari, con un aumento del 2,5%, e quelle dei vini rosati sono ammontate a 743,54 milioni di dollari, con una contrazione del 0,3%.

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