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La classificazione dei Grand crus de Bordeaux festeggia i 160 anni di storia, e si candida a diventare patrimonio immateriale Unesco. Con uno sponsor d’eccezione, il Ministro degli Esteri Laurent Fabius: “vino magnete turistico d’eccellenza”

Quella del mondo del vino nella lista del Patrimonio Unesco, ormai, è diventata una presenza costante e, nel bel mezzo delle celebrazioni per i 160 della classificazione dei Grand crus de Bordeaux, il Ministro degli Esteri di Parigi propone proprio la classificazione nata nel lontano 1855, “e mai messa in discussione - ha detto Laurent Fabius al web magazine d’Oltralpe “Vitisphere” (www.vitisphere.com) - per la sua influenza positiva sul commercio dei vini di Bordeaux e di Francia: proprio per questa sua influenza, chiediamo intanto la sua inclusione nell’inventario francese del patrimonio immateriale, quindi punteremo al riconoscimento dell’Unesco”.

Visto da qui, l’impegno diretto del Ministro degli Esteri appare alquanto fuori contesto, ma è lo stesso Fabius a spiegarne le motivazioni: “fino ad ora, la promozione dell’eccellenza del vino francese non è stata certo tra le attività principali del Ministro degli Affari Esteri, ma il vino è una questione molto seria. Fa parte dell’identità francese. I grandi vini sono un fattore di influenza della Francia, nonché una delle principali attrattive turistiche del nostro Paese, i vini francesi sono un magnete turistico estremamente potente. Un terzo dei turisti che visitano il nostro Paese, infatti, cita vino e gastronomia come motivo principale della loro scelta, e se il Ministero degli Esteri si occupa anche di turismo, come fa, il mio lavoro è quello di sostenere la nostra enologia”.

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