Da poco più di 2 milioni di ettolitri del 1986 agli oltre 16 del 2014, con un import di vini fermi passato da meno di 500.000 ettolitri nel 2002 a 3,7 milioni del 2014: due semplici dati che, in breve, raccontano l’incredibile crescita dei consumi di vino in Cina, Paese che, nei sogni di tutti i Paesi produttori più importanti, dovrebbe essere il nuovo “eldorado”. Dati che arrivano da un’analisi di Daxue Consulting (http://daxueconsulting.com), società di consulenza specializzata nel mercato cinese, con base a Pechino, Shanghai e Hong Kong.
Dall’analisi arrivano conferme, come la leadership assoluta della Francia (e di Bordeaux) tra i Paesi esportatori in Cina, ma anche qualche curiosità: per esempio, sul prezzo che le varie nazioni spuntano in media per un litro del loro vino che finisce dentro la grande muraglia. Al top c’è l’Australia, con 4,76 euro al litro, davanti alla Francia, con 3,66, e poi l’Italia, con 3,32 che precede di un’incollatura gli Usa a 3,3, seguiti da Spagna con 1,66 euro al litro, e Cile con 1,39, su una media complessiva di 2,93 euro al litro (dati forniti dalla dogana cinese riferiti al 2014).
Dall’indagine, inoltre, che ha sondato anche l’opinione di molti professionisti del settore che operano in Cina, emerge che Bordeaux è il vino che si vende meglio, sia con prodotti entry level con il top di gamma, per il 30% degli intervistati. La seconda categoria più semplice da piazzare sul mercato, poi, è “Francia”, in generale, perché identificata come Paese top al mondo per la produzione di vino, e meno complessa da spiegare rispetto a Italia e Spagna, per esempio, che puntano più sui territori e sulle denominazioni che su un’immagine nazionale unita.
Fondamentale, ovviamente, la promozione, in cui in Cina, secondo i professionisti del settore, i più bravi sono ancora quelli di Bordeaux, seguiti dall’Australia e dalla Francia, che lasciano fuori dal podio il Cile e l’Italia, alla posizione n. 5.
Tra le migliori azioni di promozione, poi, al top ci sono le degustazioni, seguite dalle fiere, dalle marster class e dai seminari, almeno nel sentiment degli operatori. E poi, fondamentale, ovviamente la comunicazione via web, con internet indicato come prima fonte per reperire informazioni sul vino, seguito dal passaparola, e dalle riviste specializzate.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024