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La strada per diventare grande, per la giovane viticoltura d’Israele, è ancora lunga. Ma anche piena di aneddoti incredibili: in Alta Galilea, Assaf Winery produce uno Shiraz dedicato al capo famiglia, un agente del Mossad sotto copertura

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Caesarea, Shiraz di Assaf Winery, dedicato al capo famiglia, agente Mossad sotto copertura

La strada per farsi un nome nel mondo del vino è ancora lunga e tortuosa, per la giovane viticoltura israeliana, ma le potenzialità certo non mancano. Le nuove generazioni alla guida delle cantine del Paese hanno entusiasmo, ma in un territorio prevalentemente arido e desertico non è certo facile ottenere dalla terra dei grandi risultati. Nonostante ciò, a macchia di leopardo, ci sono regioni decisamente vocate in tutto lo Stato israeliano, a partire dall’Alta Galilea, a due passi dal confine, a nord, con il Libano, ed a ovest con la Siria, in un territorio vulcanico. Le estati, qui, sono caldissime, ma di notte le temperature cadono in picchiata, e d’inverno svegliarsi con un manto di neve a ricoprire i filari non è poi così raro.
È qui che Assaf Kedem, nel 1997, ha deciso di tirare su la sua azienda, Assaf Winery (www.assafwinery.com), e piantare le prime barbatelle: Cabernet Sauvignon, Merlot, Shiraz, Pinot Gris, Chenin Blanc, da cui oggi vengono prodotte 45.000 bottiglie. Ma la storia interessante non è certo questa, e neanche la fantasia di Ian Fleming, che nei suoi libri ha raccontato le avventure della spia più famosa del mondo, James Bond, avrebbe potuto pensarne una migliore. Una storia che si scrive da sé: Israele, si sa, sin dalla sua nascita ufficiale, nel 1948, raramente ha conosciuto lunghi periodi di pace, circondata da Paesi islamici, spesso politicamente instabili, che ne hanno più volte minacciato l’esistenza stessa. Per questo, nel 1949, nacque il Mossad, diventata in pochi anni uno dei servizi di intelligence più efficienti al mondo. Tra le tante missioni, di cui si è venuti a conoscenza solo dopo anni, ce n’era una particolarmente delicata, “Caesarea”, il cui obiettivo era quello di garantire la sicurezza lungo i confini del Paese.
Ma “Caesarea”, oggi, è anche il nome del vino migliore di Assaf Winery, uno Shiraz in purezza di cui vengono prodotte solo 300 bottiglie, dedicate al padre di Assaf Kedem, di professione ... agente segreto. Talmente segreto che, ancora oggi, suo nipote, Oren Kedem, che da qualche anno ha preso le redini dell’azienda, non ha idea di cosa facesse il nonno, per anni, rigorosamente sotto copertura.

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