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Da Ysios Winery, la cantina della Rioja firmata da Santiago Calatrava al Castello di Amorosa, in stile ‘500 Toscano, nel cuore della Napa Valley: ecco le “10 Meraviglie Architettoniche del Mondo del Vino” by “The Drinks Business”

Architettura e vino sono due mondi capaci di confluire l’uno nell’altro, specie grazie all’opera di dei più famosi archistar, da Renzo Piano a Botta, capaci di reinventare il concetto di cantina, coniugando progetti avveniristici ad efficienza tecnologica. Ma cantine innovative, o semplicemente uniche per concept e realizzazione, ce ne sono in ogni angolo del mondo vinicolo, espressione di ambizioni che vanno al di là dell’aspetto puramente enoico. A mettere in fila le “10 Meraviglie Architettoniche del Mondo del Vino” ci ha provato il magazine britannico “The Drinks Business” (www.thedrinksbusiness.com) .
La prima, anche se non sono in ordine alfabetico, è la Artesa Vineyards and Winery, in Napa Valley, realizzata e perfettamente integrata dentro una collina, dall’architetto barcellonese Domingo Triay. In Spagna, nella provincia di Huesca, nel cuore della Denominazione Somontano, c’è una delle cantine più moderne ed innovative del Paese (oltre che, probabilmente, la più cara: è costata ben 90 milioni di euro), Bodegas Irius: 30.000 metri quadrati, per lo più interrati, ed una struttura esterna ispirata, nelle intenzioni dell’architetto J. Mariano Pascual, ad una farfalla.
In Italia, in quello che, dal XIX secolo, è il quartier generale della Famiglia Ceretto, tra le vigne di Barolo, spicca l’”Acino”, una sorta di piattaforma futuristica, interamente vetrata, che ricorda una navicella spaziale, ed invece è un punto di vista unico e privilegiato sulle colline delle Langhe. Risale al 2006, invece, la nuova barricaia di Château Cheval Blanc, a St. Emilion, nel cuore di Bordeaux, struttura fluttuante ispirata dai tini di fermentazione utilizzati dallo Château, firmata da Christian de Portzamparc.
Poi ci sono i sogni che diventano realtà, come Castello Di Amorosa, di nuovo in Napa Valley, liberamente ispirato ad un castello medievale toscano, voluto dal wine maker californiano Dario Sattui (di chiare origini italiane) nel 1994, ed aperto al pubblico solo dal 2007, con i suoi 11.000 metri quadrati divisi in 107 stanze, di cui 90 dedicate alla produzione enoica, dove trovano posto anche affreschi ispirati alla grande arte italiana e un camino originale del ‘500. Si torna quindi in Spagna, per una vera e propria perla, firmata da Santiago Calatrava: Ysios Winery, nella Rioja, è forse una delle cantine più conosciute, con il suo tetto ondulato ma “pixelloso”, incorniciato dalle montagne della Sierra de Cantabria.
Arriva direttamente da un’altra epoca la Darioush Winery, ancora in Napa Valley, terra d’elezione per progetti ai limiti dell’assurdo: lo stile è quello di un antico palazzo Persiano, un omaggio alle origini dei suoi proprietari, Darioush e Shahpar Khaledi, che vengono da Shiraz, una volta regione vinicola nel cuore dell’attuale Iran. Tornando nella Rioja, nel 2006 è stato inaugurato il Marques de Riscal Hotel Winery, tra le più antiche vigne della Regione: struttura in titanio e firma davvero d’eccezione, quella dell’architetto Frank Gehry.
Persino il Canada ha la sua chicca architettonica: Mission Hill Winery, nella British Columbia, unica zona produttiva di rilievo del Paese, che assomiglia alla declinazione in chiave moderna di una cattedrale gotica, con tanto di campane, fatte arrivare dalla Fonderie Paccard di Annecy, in Francia. Infine, a Mendoza, patria del Malbec argentino, c’è la cantina della Ortega Gil Fournier Winery, a 1.200 metri sul livello del mare è la più alta della top 10, un gioiello di tecnologia ed efficienza in condizioni a dir poco estreme.

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