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Il marchio unico del made in Italy arriverà a metà aprile, ma andrà sugli scaffali e non sulle singole confezioni. Ad annunciarlo è il Ministro Martina, che difende la presenza di Coca Cola e Mc Donald’s all’Expo: “senza imprese Expo monca”

Sarà pronto per metà aprile il marchio unico distintivo che contraddistinguerà il vero made in Italy sui mercati esteri e metterà i prodotti italiani al riparo da imitazioni, contraffazioni e italian sounding, ma che non apparirà sulle confezioni, ma sugli scaffali. Ad annunciarlo è il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, nei giorni dell’Expo delle Idee, le giornate a Firenze dedicate all’Esposizione Universale di Milano. Secondo Martina, “sarà un marchio che non comparirà sulle confezioni, ma nei reparti dove sono esposti veri prodotti italiani per riconoscerli dalle imitazioni”.
Il Ministro, quindi, ha spiegato che l’idea è quella di lanciare il made in Italy agroalimentare attraverso “una campagna straordinaria che partirà negli Stati Uniti dal prossimo mese di luglio. C’è una Commissione di garanzia, fatta da professionisti del settore, che analizzerà il lavoro di diverse agenzie di comunicazione e credo che con metà aprile questa prima fase finirà per andare poi all’applicazione”. A chi chiedeva della presenza di Coca Cola e Mc Donald’s, in qualità di sponsor, a Expo 2015, il Ministro ha sottolineato che “è miope pensare che un’Esposizione Universale non chiami in causa le grandi imprese internazionali. Noi poniamo un grande tema sulla sostenibilità e la responsabilità, se non avessimo l’occasione di poterci confrontare anche con grandi aziende avremmo un’esposizione universale monca. Per questo dobbiamo decidere se fare un’Esposizione Universale a nostra immagine e somiglianza, o se vogliamo fare un’esposizione universale per guardare in faccia una pluralità delle sfide che il mondo ha davanti per discutere il grande tema della nutrizione”.
Lo stesso dicasi del grande tema degli Ogm, su cui Martina ha ricordato che ci sono Paesi che partecipano all’Expo e coltivano Ogm: “non ci siamo mai spaventati per questo. Dobbiamo decidere se fare un’Expo universale a nostra immagine e somiglianza o se vogliamo farla guardando in faccia alla pluralità delle sfide che il mondo ha davanti per discutere il tema della nutrizione. Sarebbe troppo comodo invitare solo chi la pensa come noi, trovo invece sia importantissimo che ciascuno metta in campo le proprie idee e si approfondiscano alcune partite come la ricerca in campo agricolo”. A questo proposito, Martina ha concluso ricordando che l’Italia, come altri Paesi, sostiene ricerche che vanno al di là del tema degli Ogm: “sarà molto importante vedere come altri Paesi, come noi, hanno già approcciato alcune prospettive che abbiamo affrontato fin qui”.

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