In Italia non è stato un bestseller, ma sugli scaffali americani “The Billionaire’s Vinegar”, romanzo firmato da Benjamin Wallace, pubblicato nel 2008, è stato un vero successo, trasformando la storia di una bottiglia di Château Lafite del 1787 in un vero e proprio cult, pronto a sbarcare sul grande schermo, grazie all’adattamento cinematografico della Sony Pictures che, per il ruolo di protagonista, ha scelto nientemeno che Matthew McConaughey, premio Oscar nel 2014 per il ruolo da protagonista in “Dallas Buyers Club”, e tra gli attori più apprezzati da critica e pubblico degli ultimi anni.
La vicende narrate prendono inizio nel 1985, anno in cui un membro della famiglia Forbes si aggiudica ad un asta di Christie’s, a Londra, una bottiglia di Château Lafite datata 1787 per 156.000 dollari, appartenuta probabilmente Thomas Jefferson, terzo Presidente degli Stati Uniti. Artefice della scoperta di questo “tesoro” Hardy Rodenstock, un ex manager musicale convertitosi in collezionista di vini preziosi e pregiati. Ma molti dubbi e voci si susseguono sull’autenticità di quella particolare bottiglia. Dove è stata trovata e perché Rodenstock si rifiuta di condividere tale informazione? Faceva parte di un tesoro nazista di contrabbando? Oppure l’uomo nasconde un segreto ancora più oscuro? Gli intrighi del romanzo, e quindi del film, si sposteranno tra Londra, Zurigo e Monaco arrivando persino ai diari di Hitler. Ma a spingere le vendite del libro non è stato tanto il “plot”, quanto il dibattito sull’autenticità della bottiglia (cui ne sono seguite altre, che hanno alimentato dubbi e polemiche, ndr), cui hanno fatto seguito diversi casi giudiziari, di quello che è stato il primo vero scandalo legato alle frodi dei fine wines.
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