02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Dal coinvolgimento dei mercati emergenti al rapporto con ProWein e Vinexpo, dal ruolo di Wine Spectator all’importanza del business: a WineNews il bilancio dell’edizione n. 49 di Vinitaly nelle parole del direttore generale Giovanni Mantovani

Italia
Il dg di Vinitaly, Giovanni Mantovani

Archiviata l’edizione n. 49, Vinitaly guarda già al 2016, quando festeggerà il mezzo secolo di vita, affermandosi come fiera del vino con più storia alle spalle, e con un futuro ancora tutto da scrivere. E che pensa, “per i prossimi anni, ad eventi che siano capaci di parlare a mercati diversi da quelli tradizionali, magari trovando formule nuove ed originali”, come racconta a WineNews il direttore generale, Giovanni Mantovani, nel suo bilancio conclusivo. Importante, però, sarà anche il rapporto con le altre fiere, che seguono comunque obiettivi e format diversi: “con ProWein - spiega Mantovani - ci siamo visti, abbiamo chiacchierato, abbiamo entrambi progetti di sviluppo sul piano nazionale, di accompagnamento delle aziende. Noi puntiamo forte sulla crescita attraverso progetti come l’Academy ed il Wine Club, e poi c’è l’Expo, che sarà un grande spot per il vino italiano.
ProWein - continua Mantovani - ha una strategia diversa dalla nostra, è una fiera “fortemente trade”, e questo può anche essere un limite quando si parla di vino, perché ci vuole anche passione, è un settore dove si va anche sull’onda della tendenza, dell’emozione, dell’aspettativa che va oltre il mero business. Con Vinexpo, invece, i rapporti sono sempre stati molto buoni, e quest’anno mi aspetterei qualche segnale di apertura in più, da un punto di vista di cooperazione e collaborazione”.

Tra i motivi di maggiore soddisfazione di quest’anno, “il rapporto tra “Wine Spectator” e Vinitaly, che ne esce fortemente rafforzato. Un dato forte è che il mercato Nordamericano ed il mercato cinese-asiatico, sono accorsi proprio grazie ad “Opera Wine”, perché l’attrattiva di “Wine Spectator” su questi mercati è molto forte. Mentre il mercato tedesco e del nord Europa ha scelto, forse per prendersi una piccola pausa dopo il ProWein, di venire solo dal lunedì in poi. Questo ci segnala l’importanza di “Wine Spectator” come driver di informazione su determinati mercati. Non solo per i “100 eletti”, ma perché queste aziende rappresentano una punta qualitativa per la promozione del vino italiano, anche grazie alla dimensione dell’evento, capace di fare da traino per tutto il vino italiano”.

“Il risultato della manifestazione - spiega ancora Mantovani - è stato incoraggiante su tutti i mercati, sia su quelli storici per il vino italiano come il Nord America, il Nord Europa, la Germania, la Gran Bretagna, che sui nuovi mercati, come Cina, Hong Kong, Taiwan, Indocina, ma anche alcuni mercati dell’Africa, che per la prima volta si sono affacciati al Vinitaly. 140 Paesi sono una bella realtà, una crescita sorprendente anche per noi. Dato in controtendenza con le ultime edizioni, è che c’è una ripresa del mercato interno, come avevamo anticipato con un’indagine fatta prima di Vinitaly sui sentiment delle aziende e su qualche percezione del primo trimestre. Credo - continua il direttore generale di Vinitaly - che la strada che abbiamo intrapreso quest’anno, basata sulla registrazione di tutti i partecipanti , e quindi 150.000 presenze documentate con dati, Paese, indirizzi e-mail possa rivelarsi uno strumento formidabile per cominciare a pensare un Vinitaly che dia chiarezza ai percorsi del grande evento del vino, che lasci spazio ai wine lovers e ai grandi appassionati del vino, perché Vinitaly è questo, la festa del vino italiano, dove, però, è giusto che nelle giornate dedicate al business le aziende riescano a lavorare un maniera serena e senza problemi di operatività”.

Info: www.vinitaly.com

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli